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Comunicato Stampa

 

 

Mercoledì 24 aprile, all’Odeo del Teatro Olimpico, la rassegna promossa da Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo ospita il poliedrico artista sudcoreano,  una delle figure più conosciute e stimate a livello internazionale

DIRE POESIA, A VICENZA IL CANDIDATO

AL NOBEL PER LA LETTERATURA KO UN

Poeta, saggista, narratore, traduttore, pittore, personalità di grande levatura

civile e morale, e fautore della riunificazione delle due Coree, Ko Un verrà introdotto dalla docente e traduttrice Vincenza D’Urso

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(Vicenza – 12.04.2013)  –  Una personalità poliedrica, poeta, scrittore, saggista, autore teatrale, narratore, traduttore, critico letterario e pittore, ma anche uomo di grande valenza storico-politica, legato al movimento per la riunificazione delle due Coree, alla battaglia per la democratizzazione del paese e alla difesa dei diritti umani: il sudcoreano Ko Un sarà l’ospite d’eccezione, mercoledì 24 aprile (ore 18.00) all’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza, del quarto appuntamento di Dire poesia 2013, il mosaico di incontri con i nomi di spicco della poesia nazionale e internazionale contemporanea promosso dal Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo.

Più volte candidato per il suo paese al Premio Nobel per la Letteratura, ex monaco e priore buddista, ex prigioniero politico in più occasioni, l’ottantenne Ko Un è una delle voci più importanti della Corea contemporanea e figura stimata a livello internazionale, come dimostra l’invito, nel 2000, a declamare i suoi versi a New York in occasione del Millennium World Peace Summit of Religious and Spiritual Leaders davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Versi che Ko Un reciterà per il pubblico vicentino mercoledì 24 aprile, scegliendoli da una produzione vastissima. L’artista sudcoreano ha cantato di moltissimi temi, iniziando nei primi anni ‘50 con liriche contrassegnate da una forte manifestazione sensuale di intensità verbale. Molto spesso, le sue poesie sono ispirate dalla visione di scorci di paesaggi, immerse in ricordi fugaci. La sua più straordinaria impresa poetica ad oggi è il Maninbo (Ten Thousand Lives, ovvero Diecimila vite), serie giunta al volume 23, nella quale Ko Un rievoca ogni persona da lui conosciuta o incontrata nel corso delle sue conferenze.

I suoi versi colpiscono immediatamente chi ha il piacere di leggerli o ascoltarli: i significati del vivere – il tempo, l’amore, la nascita, la morte, la natura – diventano il ritmo e al contempo l’eco del fluire esistenziale, il linguaggio diviene la sorgente del significato, che si manifesta prima dell’atto stesso della parola.

L’appuntamento di mercoledì 24 aprile è in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell’Università Ca’ Foscari e il King Sejong Institute di Venezia. Ko Un verrà introdotto da Vincenza D’Urso, traduttrice e docente di Lingua e Letteratura coreana a Ca’ Foscari.

Dire poesia 2013 è un progetto del Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati e il Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e con L’Officina arte contemporanea di Vicenza, per la cura di Stefano Strazzabosco.

 

L’ingresso a tutti gli appuntamenti di Dire poesia è libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Per ogni appuntamento, l’artista Giovanni Turria de L’Officina Arte Contemporanea stamperà una plaquette numerata con un inedito dei poeti, da distribuire  gratuitamente al pubblico. 

Nei luoghi delle letture saranno inoltre disponibili i libri degli autori ospiti di Dire poesia.

Per informazioni:

Assessorato alla cultura del Comune di Vicenza tel. 0444.222101

Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari tel. 800.578875

Blog > https://direpoesia.wordpress.com/

www.comune.vicenza.itwww.palazzomontanari.com

 

 

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Informazioni per la stampa e accrediti:

Ufficio Stampa > CHARTA BUREAU

Antonio Tosi 349.5384153 – ufficiostampa@charta-bureau.it

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tra il poeta Pierluigi Cappello e il teatro di Palladio.

Le foto sono di Romina Elia, che ringraziamo.

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Giovanni Turria, in questo caso il prof. Giovanni Turria del corso di “Tecniche e procedimenti di stampa” presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia, ha documentato il lavoro compiuto dai suoi studenti per la composizione e la stampa del testo inviatoci da Pierluigi Cappello, che pubblicheremo tra poco.

Per riuscire a comporre, verificare, stampare, allestire e imbustare il tutto in soli due giorni, i ragazzi hanno dovuto addirittura saltare il pranzo; ma, dice il loro docente, si sono appassionati sia all’antica tecnica di composizione coi caratteri di piombo, sia all’emozionante poesia di Cappello.

L’esperienza è stata possibile grazie alla supervisione del maestro tipografo Bruno Miola e al coordinamento di Marita Dante. A loro, al maestro Turria e a questi splendidi ragazzi vanno anche i nostri più ammirati ringraziamenti.

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Comunicato Stampa

 

 

Il poeta di Gemona del Friuli (UD), sarà ospite mercoledì 17 aprile a Palazzo Leoni Montanari per il terzo appuntamento della rassegna promossa da Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo

DIRE POESIA “TORNA” IN ITALIA CON IL

FRIULANO PIERLUIGI CAPPELLO

 Considerato uno dei più grandi poeti italiani contemporanei,

Cappello ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti tra cui il Premio

Viareggio-Rèpaci. Introduce la serata il poeta, critico

e saggista padovano Maurizio Casagrande

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Pierluigi Cappello (dx) con Maurizio Casagrande

Pierluigi Cappello (dx) con Maurizio Casagrande

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(Vicenza – 12.04.2013)  –  Dopo l’appuntamento con il canadese Barry Callaghan, dire poesia 2013, il mosaico di incontri con i nomi di spicco della poesia nazionale e internazionale contemporanea promosso dal Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo, “torna” in Italia e lo fa ospitando uno dei nostri più grandi poeti contemporanei, il friulano Pierluigi Cappello. Cappello, che con i propri versi incontrerà il pubblico mercoledì 17 aprile a Palazzo Leoni Montanari (ore 18.00), è uno di quei poeti che vive nelle sue opere l’esperienza del “doppio”, scrivendo in friulano e in italiano, per dare vita a “un mondo che va cantato, nella sua prepotente e sensitiva natura, nell’eco delle voci e nell’ombra dei volti e nella traversia delle cose che contano, con trasporto amoroso e con tenace patire”, come recitano le motivazioni con cui gli è stato assegnato il prestigioso Premio Viareggio-Rèpaci nel 2010. Nelle sue liriche la memoria diventa un binario fondamentale da percorrere, priva però di nostalgia, ma che assume la forza del ricordo lucido da investigare e in cui scavare, per trarne insegnamenti ed esperienza. Un’esperienza che talvolta si fa dolore, dello spirito e della carne, una condizione che per Pierluigi Cappello è divenuta dura realtà, dopo che nel 1983, a soli 16 anni, un maledetto incidente lo ha costretto su una sedia a rotelle.

Cappello, che attualmente è impegnato in un’intensa attività artistica e di divulgazione della poesia contemporanea anche nelle scuole e nelle università, sarà introdotto dal padovano Maurizio Casagrande, autore di saggi critici, recensioni, interventi, racconti e liriche apparsi su numerosi periodici e riviste, e già ospite nella sezione “Off” dell’edizione 2011 di Dire poesia.

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Dire poesia 2013 è un progetto del Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati e il Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e con L’Officina arte contemporanea di Vicenza, per la cura di Stefano Strazzabosco.

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Pierluigi Cappello è nato a Gemona del Friuli (Udine) nel 1967, ma è originario di Chiusaforte dove ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza. Attualmente vive a Tricesimo, dove è impegnato in un’intensa attività artistica e di divulgazione della poesia contemporanea anche nelle scuole e all’università. Con altri poeti della sua regione ha fondato nel 1999 e ha diretto per qualche tempo la collana di poesia “La barca di Babele” che, edita dal Circolo Culturale di Meduno, accoglie e diffonde autori significativi di area veneta, triestina e friulana. Ha pubblicato i seguenti libri di poesie: Le nebbie (Campanotto, Pasian di Prato 1994 e 2003), La misura dell’erba (Gallino, Milano 1998), Amôrs (Campanotto, Pasian di Prato 1999), Il me Donzel (Boetti, Mondovì 1999; premi Città di San Vito al Tagliamento e Lanciano-Mario Sansone), Dentro Gerico (Circolo Culturale di Meduno, Meduno 2002). Con Dittico (Liboà, Dogliani 2004) ha vinto il premio Montale Europa. Assetto di volo (Crocetti, Milano 2006), che riunisce gran parte dei suoi versi, è stato vincitore dei premi Pisa (2006) e Bagutta Opera Prima (2007). Nel 2008 ha pubblicato la sua prima raccolta di prose e interventi intitolata Il dio del mare (Lineadaria, Biella 2008). Nel maggio 2010 pubblica Mandate a dire all’imperatore (Crocetti, Milano 2010), col quale vince il premio Viareggio-Rèpaci. Sue poesie sono inoltre apparse in numerose riviste e antologie. Ha tradotto in friulano, tra gli altri, Vicente Aleixandre, Arthur Rimbaud, Carlos Montemayor; il suo ultimo lavoro di traduzione è Rondeau. Venti variazioni d’autore (Forum, Udine 2011). Nel 2012 il presidente Giorgio Napolitano gli ha conferito il prestigioso premio Vittorio De Sica.

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Maurizio Casagrande è nato a Padova nel 1961 e insegna Lettere nelle scuole superiori. Dopo la laurea in Filosofia ha maturato interesse per la letteratura e la poesia occupandosi, in sede critica, di poeti e scrittori contemporanei. I suoi scritti – saggi critici, recensioni, interventi, racconti, liriche – sono apparsi su numerosi periodici e riviste, quali Atelier, La Battana, Tratti, La Clessidra, Madrugada, L’Ippogrifo, Il Gabellino, Voltri Oggi, AltroVerso, Oltre, Yale Italian Poetry, Hortus, Daemon. Suoi contributi, inoltre, sono presenti nei volumi Tomizza e noi (Atti della seconda edizione del Convegno di studi su Fulvio Tomizza, Umago 2001), Da Rimbaud a Rimbaud (Il Ponte del Sale, Rovigo 2004), I Surrealisti francesi (Stampa Alternativa, Viterbo 2004). È membro fondatore dell’Associazione per la poesia “Il Ponte del Sale” di Rovigo, per la quale ha curato nel 2006 il libro di interviste In un gorgo di fedeltà. Dialoghi con venti poeti italiani (con fotografie di Arcangelo Piai). Nel gennaio 2011 è uscito il suo primo libro di poesie, Sofegón carogna (prefazione di Luigi Bressan, Il Ponte del Sale, Rovigo). Per le edizioni “Cofine” di Roma sta lavorando, con Matteo Vercesi, ad un’antologia di 16 poeti in dialetto del Veneto, a cavallo fra XX e XXI secolo.

 

L’ingresso a tutti gli appuntamenti di Dire poesia è libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Ad ogni appuntamento, l’artista Giovanni Turria de L’Officina Arte Contemporanea stamperà una plaquette numerata con un inedito dei poeti, da distribuire  gratuitamente al pubblico. 

Nei luoghi delle letture saranno inoltre disponibili i libri degli autori ospiti di Dire poesia.

Per informazioni:

Assessorato alla cultura del Comune di Vicenza tel. 0444.222101

Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari tel. 800.578875

Blog > https://direpoesia.wordpress.com/

www.comune.vicenza.itwww.palazzomontanari.com

 

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Pubblichiamo, per gentile concessione degli Autori, due poesie di Fabio Masetti, vincitore del poetry slam 2013, e due di Delia Fraccaro, seconda classificata. Le foto in fondo ai testi sono di Simone Garbin, che ringraziamo.

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Fabio Masetti

vivo dove fu kappler

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Vivo in via tasso,
al 155
negli uffici dove fu,
kappler l’assassino,
nello stesso letto, io
ironia della sorte
da trent’anni romano, io
col mito resistente
col nonno partigiano in liguria
bella ciao come ninna nanna
ora ci dormo e ogni sera
chiudo gli occhi e torno al ’43,
con mio padre in fasce,
come adesso che scrivo,
guardo il muro e penso
la sorte che sa persistere
che muta in memoria l’ironia
incisa sui muri scampati
rimbombano al loro abbattersi
come un’eco che non spegne
le scritte sulla calce riverberanti
come voci scordate urlano i solchi
col il favore del caso trasmettono
come dna l’orrore concatenato
come fossero proteine, le parole,
geni urlanti dagli occhi rapidi,
increduli, sbarrati invocano
una madre, la sua nenia
la ninna nanna implorano,
con gli occhi un qualcuno
che continui a raccontare
la resistenza, figli, la resistenza,
per chi non può più ricordare
la resistenza, figli, la resistenza

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topi nella nuvola elettromagnetica di dati

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cammino nella nuvola elettromagnetica di dati
ubiqua interfaccia pre.senza
ma so ch’è un sogno, non ne esco ma è un sogno
non mi muovo ma scorre, ogni cosa, attorno a me, scorre, come un flusso.

dove sono, non sono. dov’è la vita non so
ma so, d’improvviso, che non c’è libertà senza contatto
e ci resta solo la connessione chiusa di circuiti operazionali,
gli accendo e spengo manifesti della combinatoria astratta
senza vie d’uscita, priva della vertigine, potenza di calcolo che

sbanda, transiste e resiste, pura mistificazione algoritmica,
come una cavia nel labirinto circola tra le pareti mobili e bianche
smemore di nota significativa relazione statistica
utile comprova scienza umana
cammino sulla vita di chiunque,
come ridotta in salita
arranca, fatica. arranca e fatica
certifica un’altra morte discreta

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Delia Fraccaro

Se litigassi con la esse

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Se litigassi con la esse

Sarebbe sempre

Scossa scatto scoppio

Sputo di esse

Soprattutto con chi inizia per esse

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Se concordassi con la esse

Un patto di essequiete

Di quietessenza

Stipulerei trattati stracciati da esse inservibili

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Se praticassi più spesso la esse

Sarei

Serena sopita socievole

Mi sdraierei

Solo se sapessi scendere a essepatti

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Se scendessi a essepatti

Spiatterei i piatti spaccati per esse senza senso

Sperando solo che tutto esploda

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Se tutto esplodesse

Serebbe sempre la stessa storia

Stante il fatto che

Smarrita

Aspetterei di sbottar per una nuova esse

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Era inevitabile che

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Era inevitabile che finisse Così

Così presto

O forse è tardi

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Su fai presto che è tardi

Ma devo prima finire

Ma

Hai appena detto che era inevitabile che finisse

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Dissi questo ancora troppo presto

Ancora prima che tutto finisse

Per farlo finire prima

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Quanto prima?

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Quanto prima

Anche prima del previsto

Perché era inevitabile che si facesse tardi

Nonostante il tuo far presto per finire prima

Ma ormai è tardi

E sei fai presto

Finiamo prima

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Ancora pochi giorni e questo blog tornerà ad assopirsi, come un golem silente del web.

Intanto segnaliamo l’articolo uscito sul Giornale di Vicenza di ieri, 21 giugno 2012.

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Oggi, 30 aprile 2011, alle ore 18.00, presso l’Officina arte contemporanea, in contrà Carpagnon n. 17, i poeti Erika Crosara e Maurizio Casagrande leggeranno in pubblico i loro versi e dialogheranno con i presenti.

Saranno disponibili i due fogli con gli inediti stampati per l’occasione.

Saranno altresì disponibili esemplari dei libri d’esordio Ius ( di Erika Crosara) e Sofegòn carogna (di Maurizio Casagrande), nonché della raccolta Mistral di Ida Vallerugo.

L’ingresso è libero (fino ad esaurimento dei torchi disponibili).

In appendice, documentiamo alcune fasi di lavorazione dei fogli con gli inediti di Dire poesia 2011. In questo caso, oltre ai poeti Erika Crosara e Maurizio Casagrande, che stanno firmando e stampando i rispettivi fogli, lavorano anche Romina Elia e Giovanni Turria, maestro e artista.

Apprezzabile rima cognominale.

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Il sesto incontro di Dire poesia 2011 ha portato in città la voce pietosa, visionaria e potente di Ida Vallerugo, accompagnata dalla competenza affabile e precisa di Anna De Simone.

L’incontro è stato indimenticabile: il mistral che dà il titolo alla più recente raccolta poetica della Vallerugo ha soffiato sui relatori e sul pubblico in ascolto, scompigliando carte e pensieri.

Ecco qualche immagine della giornata e dell’incontro.

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Ecco l’inedito di Ida Vallerugo: in italiano, non in friulano.

L’appuntamento con la lettura della poetessa, introdotta da Anna De Simone, è per domani, martedì 19 aprile, alle 18.00, presso l’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza.

L’ingresso è libero.

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Anfore

 di Ida Vallerugo

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Sei tornato a casa con due vasi comperati all’edicola.

Sembrano anfore ma troncate

                                 dove più si distende il grano, il vino.

Sembrano le anfore dei quadri

che hai dipinto da ragazzo. In silenzio le hai posate

sul tavolo, con calma, sicurezza. Un gesto definitivo.

“Vado a dormire” hai detto.

E ho seguito la tua testa bianca sparire alla curva delle scale

presagio di quella curva del tempo

dove il tempo si distende e non c’è risacca, suono.   

Solo il correre confuso di amore sulle rive.

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Ida Vallerugo in una foto di Danilo De Marco

“Forse meglio dei suoi compagni di strada, […] Ida Vallerugo […] ha dato un volto nuovo alla poesia in friulano, un sound che non è più quello intimistico o crepuscolare degli epigoni di Pasolini e nemmeno quello astrattamente protestatario del neo-realismo, bensì il sound della realtà presente, così duro e amaro da spingerci a trovare le nostre radici non nella storia dei nostri padri e delle nostre madri, ma in quella dei nonni, nella vita di quegli avi che, essendoci ormai tanto lontani, non possono più farci male”.Nel libro di Amedeo Giacomini Appunti per una storia non conformista della letteratura friulana, dalle origini ai nostri giorni, c’è uno dei ritratti più belli e incisivi della poetessa friulana Ida Vallerugo, una delle “penne” più interessanti del panorama contemporaneo nazionale, molto apprezzata da critici e addetti ai lavori.

La poetessa sarà ospite per una lettura dalle proprie opere martedì 19 aprile (ore 18.00) all’Odeo del Teatro Olimpico, per il sesto appuntamento della rassegna Dire poesia. L’introduzione sarà curata da Anna De Simone.

Ida Vallerugo è nata nel1946 a Meduno (Pordenone), dov’è stata  insegnante nelle Scuole Elementari.

Le sue prime raccolte di poesie sono in italiano: La porta dipinta (Pan, Milano 1968) e Interrogatorio (1972), pubblicata  dal  “Collettivo R” di Firenze, un gruppo di intellettuali controcorrente, costituito nel 1968, che aveva fondato una collana di quaderni di poesia e una rivista di cui Ida era redattrice.

Maa Onda. Poesie (presentazione di Andreina Ciceri, Circolo culturale Menocchio, Montereale Valcellina, Pordenone) è la sua prima opera in lingua friulana, pubblicata nel 1997, ma che raccoglie poesie che risalgono anche ai precedenti vent’anni. “Per te i torni a scrivi in mai …”: nel maggio 1979 la nonna Regina Cilia, Maa Onda, muore: il dolore per la perdita origina desiderio di immedesimazione totale, anche nella lingua.

Figurae (presentazione di Francesca Cadel, Circolo culturale di Meduno, Pordenone, 2001) è la sesta pubblicazione della collana di poesia “La barca di Babele”, fondata nel 1999 a Meduno da un gruppo di poeti friulani, tra i quali la Vallerugo, con l’intento e l’esigenza di far conoscere le tante voci della loro regione. Ancora nei “Quaderni del Menocchio”, nel 2009, esce Sul punt di Sydney il vint. Nel frattempo, Franco Loi l’ha inclusa nell’antologia Nuovi poeti italiani (Einaudi, Torino 2004).

La sua ultima raccolta di versi è Mistral (a cura di Anna De Simone, prefazione di Franco Loi, Il Ponte del Sale, Rovigo 2010).

Copie di questo libro saranno disponibili per l’acquisto, mentre l’Officina arte contemporanea metterà a disposizione, come sempre, l’inedito stampato dai suoi torchi mobili.

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