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Ecco la poesia di Gian Mario Villalta che è stata stampata su carta di pregio dai torchi di Giovanni Turria e sarà regalata ai presenti martedì 13 dicembre (sala dei chiostri di San Lorenzo, ore 18.30).

Più sotto la bella recensione di Fabio Giaretta su Dove sono gli anni, uscita oggi su “Il Giornale di Vicenza“.

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Spargi l’intero lager di larve

di coccinella nell’orto: màngino gli afidi 

parassiti! E la vita si arrangi

a far fuori la vita… Tu tìtiro sta’ steso là 

al sole e riposa biologico disinfestatore: 

godi il tempo sfinito di queste ore

e asciuga il silenzio sotto le palpebre 

attraverso lo schermo sottile del sangue.

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                          È vero, è così in ogni dove: 

il caos del nascere espone sé al nulla, nutre

fuori vista la vita

che preda, stermina, si vendica viva 

della morte che deve. 

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Comunicato stampa

Martedì 13 dicembre alle 18.30, nella sala dei Chiostri di San Lorenzo, Gian Mario Villalta presenta “Dove sono gli anni”

Vicenza. Il penultimo incontro della rassegna “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi” prevede la presenza del poeta, narratore, saggista e organizzatore culturale Gian Mario Villalta, che leggerà dalla sua più recente raccolta poetica Dove sono gli anni (Garzanti, 2022) e dialogherà con Stefano Strazzabosco.

L’incontro si terrà presso la sala dei Chiostri di San Lorenzo (piazza san Lorenzo, 2).

Dove sono gli anni è una raccolta stratificata e intensa, la cui ultima parte è dedicata al tema della sopravvivenza nell’era dell’antropocene.

Al termine della lettura sarà distribuita gratuitamente ai presenti la poesia Vista la vita, stampata dai torchi di Giovanni Turria in pochi esemplari su carta di pregio.

L’ingresso, come sempre, è libero.

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L’autore

Gian Mario Villalta (Visinale, 1959) è poeta, narratore, saggista, insegnante. Dal 2002 è direttore artistico di pordenonelegge. Ha pubblicato le raccolte di poesia Traccia (Niemandswort, 1982); Limbo (Nuova Compagnia Editrice, 1988); Altro che storie! (Campanotto, 1988; Premio S. Vito al Tagliamento); L’erba in tasca (Scheiwiller. 1992; Premio Laura Nobile); Vose de Vose/ Voce di voci (Campanotto, 1995 e 2009; Premio Lanciano); Malcerti animali, in Terzo quaderno italiano, (Guerini e Associati, 1992); Nel buio degli alberi (Circolo culturale di Meduno, 2001); Revoltà (Biblioteca Civica di Pordenone, 2003); Vedere al buio (Sossella, 2007); Vanità della mente (Mondadori, 2011; Premio Viareggio); Telepatia (LietoColle-pordenonelegge, 2016; Premio Carducci); Il scappamorte (Amos A27, 2019; Premio Latisana); Dove sono gli anni (Garzanti, 2022). Per la narrativa, ricordiamo almeno: Un dolore riconoscente (Transeuropa, 2000); Tuo figlio (Mondadori, 2004; Premi Napoli, Vittorini, Fenice Europa, Chambéry); Vita della mia vita (Mondadori, 2006); Alla fine di un’infanzia felice (Mondadori, 2013); Satyricon 2.0 (Mondadori, 2014); Bestia da latte (SEM, 2018); Parlare al buio (SEM, 2022). Per la saggistica: La costanza del vocativo. Lettura della “trilogia” di Andrea Zanzotto (Guerini e Associati, 1992); Il respiro e lo sguardo. Un racconto della poesia italiana contemporanea (Rizzoli, 2005); Padroni a casa nostra (Mondadori, 2009). Ha curato gli Scritti sulla letteratura di A. Zanzotto (Mondadori, 2001) e insieme a S. Dal Bianco, dello stesso autore, Le Poesie e prose scelte (Mondadori, 1999). Le sue opere sono state tradotte in francese, inglese, sloveno, serbo, russo e olandese.

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…di ritrovarsi tra amici, dopo tanti anni… ecco qualche immagine dell’incontro di ieri con Fabio Pusterla, Massimo Natale e Chiara Spadaro, a Palazzo Cordellina.

In appendice una seconda serie di foto, di Luigi Bianco – che ringraziamo -, sulla presentazione del libro Suonano campanelli di Luis Vidales; e la bella recensione di Fabio Giaretta su Tremalume e Da qualche parte nello spazio di Fabio Pusterla (Il Giornale di Vicenza, 30.XI.2022).

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Ieri sera all’Officina / ExOfficina sono risuonati i campanelli di Luis Vidales e le urla di sgomento dei terrestri attaccati dagli alieni space invaders… nonostante questo, anche grazie alle straordinarie difese approntate da Enrico Mitrovich e Giovanni Turria, le molte persone intervenute sono potute tornare a casa miracolosamente incolumi.

Documentiamo qualche momento della performance e della lettura, con l’attrice Martina Pittarello, nelle foto scattate da Chiara e Francesco Spadaro (prima e terza galleria).

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Foglie / fogli che stanno per volare:

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LAS HOJAS

El viento vira en los aires

sobre la hélice de la hoja.

Nadie ha visto el viento

pero las hojas van señalando su rumbo.

Da tristeza.

Para que el vuelo de la hoja

fuera a su gusto

todas deberían ir provistas

de motorcitos de mariposa.

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LE FOGLIE

Il vento vira nell’aria

sull’elica della foglia.

Nessuno ha visto il vento

però le foglie ne dicono il verso.

Fa tristezza.

Perché la foglia in volo

andasse a suo piacere

dovrebbero dotarla

di motorini di farfalla.

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Questa è la poesia di Suenan timbres (1926) non compresa nell’edizione italiana di Suonano campanelli (La Vencedora, 2022), fresca di stampa e disponibile da domani.

Impresse dai torchi di Giovanni Turria presso l’Officina arte contemporanea, le Hojas (Fogli / Foglie) saranno distribuite gratuitamente a chi verrà all’incontro su Luis Vidales e assistirà agli attacchi alieni di Enrico Mitrovich:

domani, mercoledì 23 novembre, alle ore 18.30, presso la sede della ExOfficina (contra’ Carpagnon, 17 – Vicenza).

L’ingresso è libero.

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Grazie a Fabio Giaretta per questo bell’articolo uscito oggi su “Il Giornale di Vicenza”:

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Comunicato stampa
Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi

Da ExOfficina mercoledì 23 novembre l’anteprima nazionale di Suonano campanelli di Luis Vidales, con gli attacchi alieni di Enrico Mitrovich

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Vicenza. Prosegue la rassegna di incontri con poeti a Vicenza Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi (un verso di Patrizia Cavalli da Vita meravigliosa, Einaudi, 2021), curata da Chiara Spadaro e da Stefano Strazzabosco, con una terza tappa mercoledì 23 novembre, nello spazio di ExOfficina, in contra’ Carpagnon 17.


Alle 18.30 sarà presentata la prima traduzione italiana di Suenan timbres, la prima raccolta del poeta colombiano Luis Vidales (1904-1990), pubblicata nel 1926, elogiata da Jorge Luis Borges e da Vicente Huidobro, e odiata da quasi tutti gli altri letterati coevi, in cui il suo pensiero poetico immagina mondi alternativi e sovverte gli esistenti con clownesca libertà.

L’edizione bilingue, in spagnolo e italiano, curata da Stefano Strazzabosco per la casa editrice La Vencedora (https://lavencedorablog.wordpress.com/le-novita/), sarà disponibile per chi fosse interessato.

Ogni copia del libro contiene uno dei 150 attacchi alieni dell’artista Enrico Mitrovich: opere originali, cartoline, viaggiate e no, cui sono stati applicati stickers degli Space Invaders.

L’artista parteciperà alla presentazione illustrando la sua opera.

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Per l’occasione, in via straordinaria, l’attrice Martina Pittarello leggerà alcune parti del libro.

Durante l’incontro sarà donata ai partecipanti la poesia inedita di Luis Vidales Las hojas stampata artigianalmente dai torchi di Giovanni Turria.

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Luis Vidales

Luis Nelson Vidales Jaramillo (Calarcá 1900? 1904? – Bogotá 1990) è stato un poeta, giornalista, critico d’arte, docente e politico colombiano. Esordisce nel 1926 col suo libro più importante e innovativo, Suenan timbres, la cui prima edizione si esaurisce in tre giorni, suscitando reazioni molto accese – a favore e contro – e l’elogio convinto di poeti come Borges e Huidobro. In seguito vive a Parigi e a Genova. Torna in patria nel 1930, e nello stesso anno è tra i fondatori del Partito Comunista colombiano, cui resta legato per tutta la vita. Negli anni successivi continua a lavorare come giornalista e agitatore politico, organizzando un’intensa campagna contro la guerra col Perù, sostenendo e organizzando varie rivolte contadine e pagandone personalmente le conseguenze (viene processato e incarcerato più volte). Lavora poi come Direttore dell’Istituto Nazionale di Statistica e come docente universitario di Storia dell’Arte, e nel 1945 pubblica un suo Trattato di estetica. Costretto all’esilio in Cile nel 1953, torna in Colombia undici anni dopo e riprende la sua attività di giornalista e di statistico, pubblicando anche una Storia della statistica in Colombia (1975). Nel 1978 pubblica le poesie de La Obreriada; nel 1982 pubblica la sua Poesía inédita e gli viene assegnato il Premio Nazionale di poesia; nel 1983 riceve dall’Unione Sovietica il Premio Lenin per la Pace; nel 1985 escono El libro de los fantasmas, una Antología poética e Poemas del abominable hombre del Barrio de Las Nieves. Poco prima della morte, dalla sua casa vengono sottratti vari manoscritti inediti, ora perduti.

Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi è una rassegna di poesia itinerante nella città di Vicenza fino al 16 dicembre 2022. I poeti e le poete ospiti proporranno letture dai loro libri usciti quest’anno, intorno al tema degli ecosistemi in un mondo minacciato e instabile, ovvero del rapporto tra l’umano e il sovrumano (libera traduzione di “more-than-human”, l’intreccio multispecie in cui non siamo più i soli a dettare le regole del rapporto tra natura e cultura).

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L’altra sera lo spazio della & Art Gallery, accogliente e ospitale, si è riempito di persone per ascoltare i versi di Zelda Zanobini, che sembravano risuonare coi quadri appesi alle pareti. Marco Munaro, oltre a introdurre, ha letto ampi stralci del libro, alternandosi con la stessa Zelda e con Stefano Strazzabosco. Chiara Spadaro ha dato il benvenuto agli ospiti e ha spiegato in che modo Non era l’ombra di niente si inserisce nel tracciato di Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi. Il pubblico è intervenuto con domande e commenti. A tutti i presenti è stato regalato il foglietto stampato coi torchi a mano di Giovanni Turria che riproduce l’inedito mandatoci dall’Autrice, Notte.

Le foto che pubblichiamo sono state scattate da Fiorenzo Zancan (prima galleria) e da Chiara Spadaro.

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Comunicato stampa
“Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi”

Seconda tappa della rassegna di letture poetiche il 18 novembre, alle 18.30 da & Art Gallery, con Zelda Zanobini 

Ingresso libero

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Vicenza. Dopo la grande partecipazione alla prima serata in cooperativa Insieme con il poeta Luigi Bressan, prosegue a Vicenza la rassegna di incontri con poeti a Vicenza “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi” (un verso di Patrizia Cavalli da Vita meravigliosa, Einaudi, 2021), curata da Chiara Spadaro e da Stefano Strazzabosco. 

Il secondo incontro è venerdì 18 novembre 2022 alle ore 18.30, nello spazio di & Art Gallery (contra’ Frasche del gambero, 17): la poeta Zelda Zanobini presenta il suo Non era l’ombra di niente (Il Ponte del Sale, 2022) insieme a Marco Munaro, poeta e creatore della casa editrice Il Ponte del Sale di Rovigo. Il libro è un assemblaggio di vari lavori poetici sull’ecologia dei sentimenti e sulle relazioni che ne scaturiscono, e insieme una chiamata e una protesta.

Durante l’incontro sarà donata ai partecipanti la poesia inedita di Zelda Zanobini, “Notte”, stampata artigianalmente dai torchi di Giovanni Turria.

L’autrice

Zelda Zanobini è nata nel 1963 a Pisa, dove si è laureata in Ingegneria. Dal 1989 lavora nell’Industria. Risiede a Firenze ma opera altrove, principalmente in Veneto. Nel 2006 la rivista “Semicerchio” ha pubblicato alcune sue poesie; negli anni successivi altri testi poetici e narrativi sono stati inclusi in varie pubblicazioni. Nel 2020 ha partecipato al progetto Oikos. Poeti per il futuro (Mimesis). Nel 2021 è uscita la sua prima raccolta, Bianco (Transeuropa).

“Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi” è una rassegna di poesia itinerante nella città di Vicenza fino al 16 dicembre 2022. I poeti e le poete ospiti proporranno letture dai loro libri usciti quest’anno, intorno al tema degli ecosistemi in un mondo minacciato e instabile, ovvero del rapporto tra l’umano e il sovrumano (libera traduzione di “more-than-human”, l’intreccio multispecie in cui non siamo più i soli a dettare le regole del rapporto tra natura e cultura).

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Ecco la poesia inedita di Zelda Zanobini che sarà stampata dai torchi di Giovanni Turria e distribuita gratuitamente a chi verrà all’incontro di venerdì 18 novembre (ore 18.30) presso lo spazio della & Art Gallery di Vicenza, in Contra’ Frasche del Gambero 17.

Introduce il poeta Marco Munaro, creatore della casa editrice Il Ponte del Sale di Rovigo, che ha pubblicato Non era l’ombra di niente (2022).

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Documentiamo le varie fasi di lavorazione della plaquette di Luigi Bressan Silenzi (e di quelle di Zelda Zanobini, Fabio Pusterla e Gian Mario Villalta): la stampa a pressione sotto i rulli inchiostrati dei torchi, il taglio dei fogli di carta, la strisciata col pennarello, la piegatura, l’imbustaggio… quel giorno la squadra di lavoro era composta da Rossella Pretto, Chiara Spadaro e Stefano Strazzabosco, oltre al maestro Giovanni Turria.

La plaquette è stata tirata in una cinquantina di esemplari, poi distribuiti gratuitamente a chi è venuto all’incontro con Luigi Bressan presso la cooperativa Insieme di Vicenza (non sono bastati: l’affluenza è stata quasi doppia).

Lo spazio è quello dell’Officina Arte Contemporanea (ex Monotono).

Le foto sono di Chiara Spadaro (Olympus digital camera) e di Stefano Strazzabosco.

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Sul lavoro di Giovanni Turria, ma non solo, si può leggere anche il notevole testo di Rossella Pretto Andare in Over-dose, qui.

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