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Posts Tagged ‘maurizio casagrande’

Siamo stati in tanti a ricordare Fernando Bandini attraverso la lettura delle sue poesie.

La Bottega Faustino, che ci ha ospitati come meglio ha potuto, è risuonata dei versi del nostro grande poeta scomparso dieci anni fa, scelti in modo libero da ciascun lettore ed estratti da varie delle sue raccolte.

Durante il pomeriggio è stato anche distribuito gratuitamente l’inedito messo a disposizione da Nicola D’Angelo e stampato dai torchi a caratteri mobili del maestro Giovanni Turria:

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Grazie a tutti gli amici che sono intervenuti per ricordare Fernando, e a quelli che avrebbero voluto esserci ma non hanno potuto.

Ecco qualche foto delle letture:

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Fernando Bandini è nato nel 1931 a Vicenza, dove è scomparso il 25 dicembre del 2013. La prima raccolta poetica, Pianeta dell’infanzia, appare nel 1958 all’interno del secondo volume dei Nuovi poeti curato da Ugo Fasolo e patrocinata da Neri Pozza. Nel 1962 sempre Neri Pozza lo fa esordire con una raccolta autonoma, In modo lampante. Le raccolte successive: Per partito preso (Neri Pozza, 1965), Memoria del futuro (Mondadori, 1969), La mantide e la città (Mondadori, 1979), Il ritorno della cometa (Garzanti, 1985), Santi di dicembre (Garzanti, 1994), Meridiano di Greenwich (Garzanti, 1998), Dietro i cancelli e altrove (Garzanti, 2007), Quattordici poesie (L’Obliquo, 2010). L’opera poetica è oggi raccolta in Tutte le poesie (a cura di Rodolfo Zucco, introduzione di Gian Luigi Beccaria, saggio biografico di Lorenzo Renzi, Mondadori, 2018). Ha ottenuto il Premio Lerici Pea alla carriera, il Librex Montale e il Viareggio alla carriera, accanto ai premi per la poesia latina nell’ambito della quale è stato il più importante poeta italiano in latino del secondo Novecento, come Pascoli per l’Ottocento. La sua terza lingua poetica, sempre considerata alla pari, è il dialetto. Ha tradotto, oltre che dal latino e dal greco e dal Vangelo, una scelta di Fleurs du mal di Baudelaire (1994), Le bateau ivre di Rimbaud (2007) e le poesie del trovatore provenzale Arnaut Daniel. Critico letterario e storico della letteratura, è stato docente di metrica e stilistica all’università di Padova, nonché presidente dell’Accademia Olimpica di Vicenza.

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I lettori, a oggi: Andrea Afribo, Mariasole Ariot, Armando Bertollo, Bruno Biasiolo, Stefania Bortoli, Maurizio Casagrande, Alessandra Conte, Mirko Cremasco, Nicola D’Angelo, Delia Fracaro, Giuseppe Franceschetto, Marco Ghiotto, Giovanna Grossato, Stefano Guglielmin, Elena Imbrunito, Michela Imbrunito, Francesca Lazzari, Stefano Mano, Martina Marangon, Rossella Pretto, Sebastiana Savoca, Stefano Strazzabosco, Giovanni Turra Zan, Giovanni Turria, Zelda Zanobini.

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Per l’occasione i torchi a caratteri mobili di Giovanni Turria stamperanno un inedito di Bandini, grazie alla cortesia di Nicola D’Angelo.

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Altri aggiornamenti più avanti… chiunque voglia aggiungersi è benvenuto.

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Sabato 29 settembre alle ore 18.30, presso il Porto Burci di Vicenza, Maurizio Casagrande, Mauro Sambi e Stefano Strazzabosco leggeranno dai rispettivi libretti editi recentemente da Ronzani Editore nella collana Qui e altrove. Manifesti di poesia contemporanea.

Verranno letti anche testi della poetessa zapoteca messicana Natalia Toledo.

Introdurrà l’incontro Matteo Vercesi, direttore della collana e studioso di letterature dialettali.

L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

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Maurizio Casagrande è nato a Padova nel 1961 e insegna Lettere nelle scuole superiori. Per il Ponte del Sale di Rovigo ha pubblicato la raccolta Sofegòn carogna (2011). Del 2015 sono la silloge Pa’ vèrghine ave, Le Voci della Luna (Premio Renato Giorgi, Sasso Marconi) e la plaquette Soto ‘a nogara, ma fora stajòn, La Vencedora, Coyoacán, México – Vicenza. Nel 2016 ha ottenuto il premio «Giuseppe Malattia della Vallata» per alcune liriche inedite, ora incluse nella raccolta Dàssea ‘nare, di prossima pubblicazione presso il Ponte del Sale. Collabora occasionalmente con le riviste «Letteratura e dialetti», «La Battana», «Verifiche» ed è redattore di «In aspre rimE».

 

 

“Una scrittura che opera per sottrazione e non per sovrabbondanza, quella di Casagrande, congerie di suoni talvolta aspri e stridenti che, come un lento e multiforme processo di raffreddamento del magma, risale le profondità della terra come un fuso viscoso, cristallizzando figurazioni sedimentatesi in una memoria al contempo individuale e collettiva e impastando elementi eterogenei: natura, cultura, senso di comunità e interrogazione sulla dimensione dello scorrere del tempo, nella ricerca dolente di una pacificazione di tensioni che confliggono” (dall’introduzione di Matteo Vercesi).

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Mauro Sambi (1968) è nato e cresciuto a Pola, in Croazia. Vive a Padova dal 1987, dove è Professore ordinario di chimica generale e inorganica. Ha esordito nel 1998 con la silloge Di molte quinte vuote (Premio Città di San Vito al Tagliamento), confluita nel 2010 ne L’alloro di Pound. Poesie 1994-2009 (Edit, Fiume). Nel 2015 ha pubblicato Diario d’inverno (LietoColle, Faloppio).

 

 

Una scoperta del pensiero e altre fedeltà, volume ampliato rispetto alla precedente plaquette, “si nutre di contaminazioni, citazioni più o meno occulte, varianti, rifacimenti, traduzioni, per lo più da testi classici o inglesi. Seguendo il più antico degli ammonimenti, Sambi si fa strada nel solco della tradizione con quello che potremmo chiamare uno sperimentalismo conservatore” (dall’introduzione di Bruno Nacci).

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Stefano Strazzabosco (Vicenza, 1964), dopo aver insegnato Lettere alle scuole superiori, ora vive tra la sua città natale e Città del Messico, dove lavora come professore di Letteratura italiana a contratto presso la UNAM (Universidad Nacional Autónoma de México), l’Istituto Italiano di Cultura e altre istituzioni. Ha pubblicato saggi, traduzioni, il monologo teatrale Tina. Masque su Tina Modotti (2007 e 2016) e le raccolte di poesia Racconto (1995), Dímmene tante (2003), Blister (2009), 66 (2013), P – Planh per Pier Paolo Pasolini (con fotografe di Graciela Iturbide e scritti di Michele Presutto e Juan Gelman, 2014), TT ZZZZZ – Cantos de las hormigas (con disegni di Francisco Soto, 2015), Dimmi (2015), Poemas de bolsillo (2016), Estar (2016), Alba (con una prefazione di Marco Munaro e un inchiostro di Fulvio Testa, 2018).

 

 

“Sono poesie “mature” queste di Strazzabosco, che stanno in calcolato equilibrio tra la tentazione lirica, che nel poeta affiora con naturalezza, e la pressione ruvida della realtà. Strazzabosco soffre la realtà, ma la soffre in senso morale, e questo conferisce al suo progetto poetico una consistenza che non avrebbe se fosse soltanto, e non è, una pura sequenza di versi abilmente allineati. Il risultato è che la poesia di Strazzabosco sta miracolosamente in bilico tra l’ansia di assoluto, che si intravvede sullo sfondo, e l’aderenza alle cose, al quotidiano, all’ordinario” (dall’introduzione di Paolo Lanaro).

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Natalia Toledo (Juchitán, Oaxaca – Messico, 1967) scrive in zapoteco e in spagnolo. Ha studiato presso la Escuela General de Escritores Mexicanos. In edizioni bilingue ha pubblicato i racconti Guendaguti ñee sisi (La morte piedi leggeri, 2005; tradotto in mixteco, chinanteco e mixe); Dxiidxa’ xti’ lexu ne gueu’ (Il coniglio e il coyote, 2008; tradotto in inglese e in maya); Ba’du’ qui ñapa luuna’ (Il bambino che non ebbe un letto, 2013); le raccolte di poesia Paradiso di fessure (1992); Donne di sole, donne d’oro (2002; tradotto in francese); Fior di palude. Antologia personale (2004); Olivo nero (2005, Premio Nezahualcóyotl di Letteratura in Lingue Indigene, tradotto in inglese). La raccolta bilingue Deche bitoope – El dorso del cangrejo (Il dorso del granchio), da cui sono tratti i testi di Zapotechi, è uscita per le Edizioni Almadía di Oaxaca nel 2016.

 

 

“Ciò che più colpisce nella poesia di Natalia Toledo è l’espressione di una profonda empatia tra Natura e Soggetto: non solo una vicinanza ma un’intimità, quasi un sovrapporsi di tratti. La poesia della Toledo è anche intrinsecamente politica, ma specie in questi testi pare più attenta a descrivere e raccontare soprattutto la condizione femminile nelle comunità zapoteche dell’Istmo di Tehuantepec e dello Stato messicano di Oaxaca: ampie zone in cui la presenza indigena è ancora maggioritaria, e anche le varietà linguistiche autoctone sono ben vive, sotto e accanto allo Spagnolo veicolare” (dall’introduzione di Stefano Strazzabosco).

 

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Un bellissimo viaggio: dalla Bassa padovana al mare blu di Pola, dall’ocra intenso di Cartura all’elegante rosso istriano. E viceversa in splendidi, nitidi versi.

Grazie a chi ha sfidato la pioggia per ascoltare Maurizio Casagrande e Mauro Sambi; grazie all’ostessa Anna che ci ha accolti con amore; grazie ai poeti, che ci scaldano il cuore.

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Maurizio Casagrande

Vurìa

 

Vurìa anca mi

xoeare alto lisiero

so ‘a ponta de ‘na puisìa de pinsiero

nte on tenpo pì beo

de coeo ca gavemo

aea facia de tute

chee robe ca jen su

on peo drite e on peo storte

in facia anca dea morte

ca ne ciava i afeti

pi cari

cofà el formigaro ca ruspa

parsora on gnaro

de tèrmiti

 

vurìa on canto

pì fin cofà coeo

de Jijo Capèo

ca xe partìo sol pì beo

pa’ nissiogo

 

Vorrei anch’io librarmi in alto leggero / sulle ali di una poesia di pensiero / in orizzonti più larghi / delle strettezze in cui siamo / alla faccia di tutte / quelle cose che ci riescono / un po’ dritte e un po’ storte / alla faccia anche della morte / che ci sottrae gli affetti / più cari / come il formichiere che raspa / sopra un termitaio // vorrei un canto / più raffinato quanto quello / di Pierluigi Cappello / che è partito sul più bello / diretto in nessun luogo

 

11 10 2017

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Osteria n. 8/2: Maurizio Casagrande e Mauro Sambi

 

Dopo il successo del primo appuntamento con Luciano Caniato e Paolo Lanaro, la rassegna di poesia contemporanea Osteria n. 8, curata da Stefano Strazzabosco e ospitata da Anna Indri Raselli presso l’Osteria del Cane Barbino, prosegue domenica 22 Ottobre con la lettura di Maurizio Casagrande e Mauro Sambi.

Maurizio Casagrande scrive nel dialetto del luogo in cui vive, nella bassa padovana: una lingua che ben si adatta a esprimere pensieri, sentimenti, considerazioni che cercano di sfuggire alla retorica e alla falsità di certa poesia in italiano, e che vogliono trasmettere il loro messaggio in modo autentico e immediato, anche se tutt’altro che ingenuo.

Mauro Sambi, originario di Pola, scrive invece in un italiano colto, elegante e controllato, e accoglie nella sua poesia le suggestioni che gli giungono dal lungo studio e dal grande amore per poeti come W. Shakespeare, J. Donne, T. S. Eliot, W. H. Auden, W. Stevens, molti dei quali ha anche tradotto; o da italiani come Saba, Montale e Zanzotto. La sua raccolta più recente, Una scoperta del pensiero e altre fedeltà, è uscita proprio quest’anno per i tipi vicentini di Ronzani Editore.

Presso il Cane Barbino i due poeti si presenteranno brevemente l’un l’altro e leggeranno una selezione delle loro poesie a partire dalle ore 18.00.

L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

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Maurizio Casagrande è nato a Padova nel 1961 ed insegna lettere nelle scuole superiori. Per le edizioni “Il Ponte del Sale” ha pubblicato In un gorgo di fedeltà (2006), volume di interviste a 20 poeti italiani e la raccolta di liriche Sofegòn carogna (2011). Del 2015 sono la silloge Pa’ vèrghine ave, Le Voci della Luna (Premio Renato Giorgi) e la plaquette Soto ’a nogara, ma fora stajòn, La Vencedora, Coyoacàn, México-Vicenza. Ha curato le antologie In classe, con i poeti, Puntoacapo, Pasturana 2014 e, con Matteo Vercesi, Un altro Veneto. Poeti in dialetto fra Novecento e Duemila, Cofine, Roma 2014. Nel 2016 ha ottenuto il premio “Giuseppe Malattia della Vallata”, a Barcis, con alcuni inediti in dialetto.

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Mauro Sambi (1968) è nato e cresciuto a Pola, appartenente alla piccola comunità italiana autoctona che tuttora vive in Istria, oggi divisa tra Croazia e Slovenia. Vive a Padova dal 1987, dove è professore ordinario di chimica generale e inorganica. Ha esordito nel 1998 con la silloge Di molte quinte vuote (Premio Città di San Vito al Tagliamento), confluita nel 2009 ne L’alloro di Pound, Poesie 1994-2009 (Edit, Fiume, con prefazione di Gabriella Musetti). Nel 2015 ha pubblicato Diario d’inverno (Lietocolle, Faloppio) e nel 2017 Una scoperta del pensiero e altre fedeltà (Ronzani Editore, Vicenza, con prefazione di Bruno Nacci).

Ha collaborato con il blog Cartesensibili dove ha curato la rubrica Voci Oltrenordest, una serie di profili di poeti della Comunità Nazionale Italiana dell’Istria e del Quarnero. Ha firmato la prefazione a Graspi (Edit, Fiume, 2013) e la postfazione a sfisse (Cofine, Roma, 2016), l’opera in versi in dialetto istroromanzo di Loredana Bogliun.

Alla sua attività letteraria è dedicato un capitolo de Le parole rimaste, Storia della letteratura italiana dell’Istria e del Quarnero nel secondo Novecento a cura di Nelida Milani e Roberto Dobran (Edit, Fiume, 2010).

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COMUNICATO STAMPA

con preghiera di diffusione

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OSTERIA n. 8

poeti all’Osteria del Cane Barbino

Osteria n. 8 (otto come i poeti invitati a leggere) è una rassegna di poesia letta dagli autori che accompagnerà le persone interessate durante tutto l’autunno, da ottobre a dicembre.

Il programma, a cura di Stefano Strazzabosco, prevede la presenza di poeti contemporanei di diversa estrazione e indole, che leggeranno una scelta del loro lavoro a due a due, presentandosi a vicenda.

La sede degli incontri è l’Osteria del Cane Barbino (via Legione Antonini, 20): non uno spazio istituzionale, dunque, ma un luogo di convivenza informale che in queste occasioni si trasformerà in un teatro di ascolto, riflessione e dialogo con gli autori.

L’inizio è previsto per domenica 1 ottobre alle 18, con Luciano Caniato e Paolo Lanaro.

Gli altri tre incontri, anche questi di domenica e alle 18, si svolgeranno nei giorni 22 ottobre (Maurizio Casagrande e Mauro Sambi), 12 novembre (Myra Jara e Isacco Turina) e 3 dicembre (Marco Munaro e Nina Nasilli). Al termine delle letture sarà possibile cenare con gli autori presso l’Osteria.

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Luciano Caniato (Pontecchio Polesine, 1946) ha esordito in poesia nel 1980 con la raccolta E maledetto il frutto; da allora ha pubblicato diversi altri libri l’ultimo dei quali, L’ombra della cosa, sta uscendo in questi giorni per le edizioni del Ponte del Sale di Rovigo. La sua poesia, di un’espressività ironica, magmatica e pastosa, mescola sapientemente l’italiano, il dialetto, il latino. Da molti anni, inoltre, Caniato si occupa di storiografia e dirige la rivista “Storiadentro”. Vive a Conegliano.

Paolo Lanaro (Schio, 1948) ha pubblicato il suo primo libro L’anno del secco nel 1981 ed è quindi pressoché coetaneo di Caniato. Nel corso degli anni, oltre a insegnare nelle scuole superiori, ha approfondito e sviluppato il suo discorso poetico attraverso raccolte che per ben due volte sono arrivate in finale al Premio Viareggio: nel 2011 con le Poesie dalla scala C e nel 2017 con la Rubrica degli inverni. Lanaro ha inoltre pubblicato il romanzo Una tazza di polvere (2014), gli scritti critici di In tondo e in corsivo (2007) e La città delle parole (2015) e le traduzioni di Corrispondenze (2013, con Fernando Bandini e Giorgio Faggin).

Maurizio Casagrande (Padova, 1961) scrive nel dialetto della sua terra e insegna Lettere alle scuole superiori. Finora ha pubblicato tre raccolte poetiche, vincendo il Premio Renato Giorgi con Pa’ vèrghine ave (2015) e il premio Giuseppe Malattia della Vallata con degli inediti. Ha curato i volumi In un gorgo di fedeltà (2006), In classe, con i poeti (2014) e Un altro Veneto. Poeti in dialetto fra Novecento e Duemila (2014). La sua è una poesia ruvida e scarna che non risparmia nessuno, ma che è anche capace di momenti di intensa e dolente tenerezza.

Mauro Sambi, nato a Pola nel 1968 nel seno della comunità italiana autoctona dell’Istria, vive a Padova da molti anni, insegnando Chimica generale e inorganica all’Università. Ha esordito nel 1998 con la silloge Di molte quinte vuote (Premio Città di San Vito al Tagliamento), confluita nel 2009 ne L’alloro di Pound, Poesie 1994-2009. Nel 2015 ha pubblicato Diario d’inverno e nel 2017 Una scoperta del pensiero e altre fedeltà (Ronzani Editore, Vicenza, con prefazione di Bruno Nacci). Alla sua attività letteraria è dedicato un capitolo de Le parole rimaste, Storia della letteratura italiana dell’Istria e del Quarnero nel secondo Novecento a cura di N. Milani e R. Dobran (2010).

Myra Jara è nata a Lima, Perù nel 1987. Vive a Roma. Myra pratica una poesia lontana da scuole, letterature e correnti, ma molto vicina all’esperienza diretta vissuta e narrata senza ipocrisie, con una freschezza che tocca di volta in volta temi famigliari, erotici o sociali, sempre con un taglio molto personale. Dopo aver pubblicato su riviste e partecipato a vari festival letterari, ha esordito in volume nel 2015 con la raccolta La destrucción es blanca. Oltre che alla poesia, si dedica anche alla danza.

Isacco Turina (Villafranca di Verona, 1976) è ricercatore in Sociologia presso l’Università di Bologna. Ha pubblicato i saggi I nuovi eremiti (2007) e Chiesa e biopolitica (2013). La sua prima silloge, I destini minori, uscita quest’anno per le edizioni del Ponte del Sale, sta suscitando molto interesse sia tra i critici sia tra i lettori, ed è stata annoverata tra i migliori libri di poesia dell’anno in corso.

Nina Nasilli, nata a Rovigo, vive e lavora a Padova, dove si è laureata in Lettere classiche e ha avviato il laboratorio-studio “Atelier Interno 7”. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia, la più recente delle quali in dialetto polesano-pavano (şighe!, 2017). Come pittrice, ha esposto in Italia e all’estero e collabora con poeti e scrittori per la realizzazione di volumi e preziose edizioni d’arte. Dirige per Book editore la collana “parolatracciaparola” e la Biblioteca del Vernacolo “foglie e radici”. Ha ottenuto vari premi, tra cui il Città di Arpino 2013 e il Città di Marineo 2016.

Marco Munaro (Castelmassa, 1960) vive a Rovigo, dove insegna. Fondatore e direttore dell’Associazione per la Poesia “Il Ponte del Sale”, che come casa editrice ha pubblicato alcuni tra i migliori libri usciti negli ultimi anni, tanto per la poesia italiana come per quella in traduzione, ha pubblicato tra le altre le raccolte L’urlo (1990), Cinque sassi (1993), Vaso blu con narcisi (2001), Ionio e altri mari (2003), Nel corpo vivo dell’aria (2009), Berenice (2014). Sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, finlandese e polacco. Ha a sua volta tradotto Queneau, Rimbaud, Virgilio. Ha curato tutte le poesie di Bino Rebellato, In nessun posto e da per tutto. Poesie 1929-2004 e 20 disegni dell’Autore (2005 e 2016);  Il lampo della bocca e altre figurate parole tra poeti italiani del Novecento (con G. M. Tregiardini, 2005);  La bella scolaLa Comedìa di Dante letta dai poeti e illustrata (2003-2014) e la nuova edizione delle poesie di Gino Piva, Cante d’Ádese e Po e Bi-ba-ri-bò (con L. Caniato, 2016). Nel 2013, la rivista “Atelier” gli ha dedicato un’ampia monografia critica.

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La città di Vicenza, che ospita letture poetiche almeno dagli anni ’80 (con la Casa di Cultura Popolare – SGMS), negli ultimi anni è diventata un riferimento fisso per la poesia contemporanea: ricordiamo le cinque fortunate edizioni di “dire poesia” (2009-2013) e la più recente kermesse di “Poetry Vicenza” (2015-2017).

Il pubblico vicentino ha sempre dimostrato di apprezzare questo tipo di appuntamenti, intervenendo numeroso e partecipe.

Anche per questo alle letture dell’Osteria del Cane Barbino si potrà accedere fino a esaurimento dei posti disponibili .

Per informazioni e prenotazioni: 338.6807177 (Anna Indri Raselli).

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Sì, c’è qualcuno. Bene.

Allora:

 

OSTERIA n. 8

poeti all’Osteria del Cane Barbino

 

domenica 1 ottobre

LUCIANO CANIATO

PAOLO LANARO

 

domenica 22 ottobre

MAURIZIO CASAGRANDE

MAURO SAMBI

 

domenica 12 novembre

MYRA JARA

ISACCO TURINA

 

domenica 3 dicembre

MARCO MUNARO

NINA NASILLI

 

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Gli incontri sono a cura di Stefano Strazzabosco e iniziano alle 18.00

L’entrata è gratuita con consumazione obbligatoria fino a esaurimento dei posti disponibili

Per informazioni e prenotazioni: Anna Indri Raselli, 338.6807177

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Osteria del Cane Barbino

via Legione Antonini, 20

36100 Vicenza

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Pubblichiamo qualche foto della presentazione di Berenice al Der Ruf di Vicenza; le immagini sono tratte quasi tutte dal blog The soul in the mirror di Teresa Francesca Giffone, che ringraziamo.

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Ieri sera le sale della Villa Cordellina di Montecchio Maggiore risuonavano di splendide voci: quelle dei poeti venuti di persona a leggere i propri testi (Luciano Caniato, Luciano Cecchinel, Andrea Longega, Marco Munaro); quelle degli autori letti dai curatori dell’antologia, Maurizio Casagrande e Matteo Vercesi (Fernando Bandini, Luigi Bressan, Fabio Franzin, Nerina Noro, Romano Pascutto, Eugenio Tomiolo); quella di Patrizia Laquidara, che ha cantato tre pezzi in dialetto veneto dialogando alla perfezione coi testi dei poeti.

Pubblichiamo qualche immagine a ricordo dell’incontro. Le foto sono state scattate da Giovanni Turria e da Nicola D’Angelo, che ringraziamo.

Un altro resoconto della serata è leggibile qui.

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