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Posts Tagged ‘EQuiStiamo’

L’altra sera allo spazio Voll è stato molto bello dialogare con Antonella Anedda, sollecitata dalle domande di Eleonora e Ilaria, di Ife collective, sul suo libro Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Interlinea, 2022); in apertura, Chiara Bortoli di Artemis aveva dato il benvenuto agli ospiti, sottolineando le analogie tra il linguaggio poetico e quello della danza. Il collegamento con Roma, dove vive Antonella, è stato garantito in modo professionale da Fiorenzo e dagli altri amici di Artemis. Questo è stato anche l’ultimo incontro della rassegna Di sana pianta, che in due occasioni ha felicemente intersecato le letture poetiche di Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi.

Antonella aveva il Covid, appena diagnosticato, ma è riuscita lo stesso a rispondere alle domande e a leggere qualche poesia. Le siamo molto grati.

Come sempre, anche questa volta è stato distribuito il foglietto stampato dai torchi di Giovanni Turria con la poesia Osservazione I (da Historiae, 2018):

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Alla fine, prima dei brindisi col Glera e il Valpolicella, e gli stuzzichini offerti da Unicomondo, Chiara Spadaro ha concluso la serie di sette incontri di “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi” rileggendo la poesia di Patrizia Cavalli che ha dato il nome alla rassegna e salutando i presenti con parole che hanno insieme commosso e divertito.

Pubblichiamo qualche foto della serata (immagini di Chiara Spadaro e di Chiara Bortoli):

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Con quest’incontro si è conclusa la rassegna “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi“, a cura di Chiara Spadaro e di Stefano Strazzabosco.

Grazie a tutte le persone che hanno partecipato, e in primo luogo ai nostri ospiti: Luigi Bressan, Zelda Zanobini e Marco Munaro, (Luis Vidales ed) Enrico Mitrovich, Fabio Pusterla e Massimo Natale, Agustín Jiménez e Luigi Amara, Gian Mario Villalta, Antonella Anedda e Ife collective.

Ringraziamo anche gli sponsor che ci hanno permesso di organizzare e di portare a compimento la nostra rassegna: la Cooperativa Insieme, la Biblioteca Bertoliana, la ditta SIRCES srl, Meccano 14, EQuiStiamo, Rete Gas Vicenza, Legambiente Vicenza; e i partner Ronzani Editore, ViCult, UnicoMondo, ExOfficina (oltre al maestro Giovanni Turria).

Infine, grazie anche a Fabio Giaretta e a “Il Giornale di Vicenza“.

E s-ciao…?

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che non c’erano, vista la stagione… ma il loro rosso acceso è vibrato nei versi di Gian Mario Villalta, tra gli addobbi curati da Civiltà del Verde, che ringraziamo (nella prima foto, la sig.a Romana Caoduro, che ha dato il benvenuto ai presenti e illustrato le iniziative dell’associazione).

Le immagini di Chiara Spadaro ci restituiscono qualche momento dell’incontro, in una sala fredda ma molto partecipe e attenta.

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A venerdì con Antonella Anedda, in collegamento, presso lo Spazio Voll (via Della Robbia, 19), in collaborazione con “Di sana pianta“, alle 18.30 (ingresso libero).

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Venerdì 16 dicembre alle 18.30, presso lo Spazio Voll (via della Robbia Luca, 19) e in collaborazione con “Di sana pianta”, Antonella Anedda presenta Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Interlinea, 2022): un affascinante saggio sulle affinità di pensiero tra Erasmus Darwin, il nipote Charles e Giacomo Leopardi, all’incrocio fra scienze naturali, filosofia e poesia.

La poeta Antonella Anedda è presente attraverso un collegamento online; il pubblico è presente in sala.

L’ingresso è libero.

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Antonella Anedda (Anedda Angioy) vive a Roma e in Sardegna. Ha insegnato in università italiane e straniere, e ha collaborato con diverse riviste e giornali. Ha pubblicato le raccolte Residenze invernali (Bulla, 1989 e Crocetti, 1992); Notti di pace occidentale (Donzelli, 1999; Premio Montale); Il catalogo della gioia (Donzelli, 2003); Dal balcone del corpo (Mondadori, 2007); Salva con nome (Mondadori, 2012; Premio Viareggio-Répaci); Historiae (Einaudi, 2018). Per le prose saggistiche e narrative, ricordiamo Cosa sono gli anni (Fazi, 1997); La luce delle cose (Feltrinelli, 2000); La vita dei dettagli (Donzelli, 2009); Isolatria (Laterza, 2013); Geografie (Garzanti, 2021) e Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Interlinea, 2022). Il poeta Jamie McKendrick l’ha tradotta in inglese (Archipelago, 2014; Premio Florio per la traduzione), mentre le sue “libere versioni” o “variazioni” da più lingue sono raccolte in Nomi distanti (Empirìa, 1998 e Aragno, 2020).

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Con quest’incontro si conclude la serie di letture di “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi“, a cura di Chiara Spadaro e di Stefano Strazzabosco.

Grazie a tutte le persone che hanno partecipato, e in primo luogo ai nostri ospiti: Luigi Bressan, Zelda Zanobini, (Luis Vidales ed) Enrico Mitrovich, Fabio Pusterla e Massimo Natale, Agustín Jiménez e Luigi Amara, Gian Mario Villalta e il collettivo Ife.

Ringraziamo anche gli sponsor che ci hanno permesso di organizzare e di portare a compimento la nostra rassegna: la Cooperativa Insieme, la Biblioteca Bertoliana, la ditta SIRCES srl, Meccano 14, EQuiStiamo, Rete Gas Vicenza, Legambiente Vicenza; e i partner Ronzani Editore, ViCult, UnicoMondo, ExOfficina (e il maestro Giovanni Turria).

Infine, grazie anche a Fabio Giaretta e a “Il Giornale di Vicenza“.

Alla prossima?

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Ecco la poesia di Gian Mario Villalta che è stata stampata su carta di pregio dai torchi di Giovanni Turria e sarà regalata ai presenti martedì 13 dicembre (sala dei chiostri di San Lorenzo, ore 18.30).

Più sotto la bella recensione di Fabio Giaretta su Dove sono gli anni, uscita oggi su “Il Giornale di Vicenza“.

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Spargi l’intero lager di larve

di coccinella nell’orto: màngino gli afidi 

parassiti! E la vita si arrangi

a far fuori la vita… Tu tìtiro sta’ steso là 

al sole e riposa biologico disinfestatore: 

godi il tempo sfinito di queste ore

e asciuga il silenzio sotto le palpebre 

attraverso lo schermo sottile del sangue.

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                          È vero, è così in ogni dove: 

il caos del nascere espone sé al nulla, nutre

fuori vista la vita

che preda, stermina, si vendica viva 

della morte che deve. 

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Comunicato stampa

Martedì 13 dicembre alle 18.30, nella sala dei Chiostri di San Lorenzo, Gian Mario Villalta presenta “Dove sono gli anni”

Vicenza. Il penultimo incontro della rassegna “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi” prevede la presenza del poeta, narratore, saggista e organizzatore culturale Gian Mario Villalta, che leggerà dalla sua più recente raccolta poetica Dove sono gli anni (Garzanti, 2022) e dialogherà con Stefano Strazzabosco.

L’incontro si terrà presso la sala dei Chiostri di San Lorenzo (piazza san Lorenzo, 2).

Dove sono gli anni è una raccolta stratificata e intensa, la cui ultima parte è dedicata al tema della sopravvivenza nell’era dell’antropocene.

Al termine della lettura sarà distribuita gratuitamente ai presenti la poesia Vista la vita, stampata dai torchi di Giovanni Turria in pochi esemplari su carta di pregio.

L’ingresso, come sempre, è libero.

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L’autore

Gian Mario Villalta (Visinale, 1959) è poeta, narratore, saggista, insegnante. Dal 2002 è direttore artistico di pordenonelegge. Ha pubblicato le raccolte di poesia Traccia (Niemandswort, 1982); Limbo (Nuova Compagnia Editrice, 1988); Altro che storie! (Campanotto, 1988; Premio S. Vito al Tagliamento); L’erba in tasca (Scheiwiller. 1992; Premio Laura Nobile); Vose de Vose/ Voce di voci (Campanotto, 1995 e 2009; Premio Lanciano); Malcerti animali, in Terzo quaderno italiano, (Guerini e Associati, 1992); Nel buio degli alberi (Circolo culturale di Meduno, 2001); Revoltà (Biblioteca Civica di Pordenone, 2003); Vedere al buio (Sossella, 2007); Vanità della mente (Mondadori, 2011; Premio Viareggio); Telepatia (LietoColle-pordenonelegge, 2016; Premio Carducci); Il scappamorte (Amos A27, 2019; Premio Latisana); Dove sono gli anni (Garzanti, 2022). Per la narrativa, ricordiamo almeno: Un dolore riconoscente (Transeuropa, 2000); Tuo figlio (Mondadori, 2004; Premi Napoli, Vittorini, Fenice Europa, Chambéry); Vita della mia vita (Mondadori, 2006); Alla fine di un’infanzia felice (Mondadori, 2013); Satyricon 2.0 (Mondadori, 2014); Bestia da latte (SEM, 2018); Parlare al buio (SEM, 2022). Per la saggistica: La costanza del vocativo. Lettura della “trilogia” di Andrea Zanzotto (Guerini e Associati, 1992); Il respiro e lo sguardo. Un racconto della poesia italiana contemporanea (Rizzoli, 2005); Padroni a casa nostra (Mondadori, 2009). Ha curato gli Scritti sulla letteratura di A. Zanzotto (Mondadori, 2001) e insieme a S. Dal Bianco, dello stesso autore, Le Poesie e prose scelte (Mondadori, 1999). Le sue opere sono state tradotte in francese, inglese, sloveno, serbo, russo e olandese.

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Ieri l’incontro a distanza coi poeti Agustín Jiménez, autore di Wirikuta, e Luigi Amara, collegati entrambi da Città del Messico, è stato interrotto da un attacco hacker che ha gelato il pubblico (e gli organizzatori); dopo qualche minuto, grazie agli interventi di Chiara Spadaro e di Elena Imbrunito, l’attacco è stato respinto e la presentazione del libro è potuta proseguire.

Il collegamento Zoom che è stato usato era dell’Università di Padova, e si pensava fosse sicuro, oltre a garantire una durata senza limiti di tempo. Purtroppo il fatto che fosse aperto a tutti lo ha reso vulnerabile: siamo desolati per quanto è accaduto e ce ne scusiamo.

Dopo l’interruzione, Agustín Jiménez e Luigi Amara hanno raccontato la genesi del libro, la sua specificità nel panorama della poesia contemporanea e le rispettive esperienze nel deserto del Catorce. Sono state lette varie stanze o lasse, ed è stato chiarito cosa sono i cerbiatti azzurri, come si “cacciano” e qual è il rapporto che gli huicholes sentono di avere con la natura, e in particolare col loro luogo più sacro, Wirikuta, dove il mondo sta sempre nascendo.

Quindi sono stati distribuiti i foglietti con l’inedito Axolotl, stampato dai torchi di Giovanni Turria.

Ringraziamo Francesco Truglio e Francesco Marangoni per l’assistenza tecnica, e tutti gli amici di Porto Burci per l’ospitalità; ringraziamo Giulio Todescan di Imboscate per il caloroso benvenuto agli ospiti; e ringraziamo tutte le persone che sono venute e quelle si sono collegate da remoto.

Cactus.

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(foto di Chiara Spadaro)

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Comunicato stampa

Wirikuta a Porto Burci

Vicenza. Dopo quattro incontri con poeti nel mese di novembre, la rassegna “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi” prosegue con altre tre serate in dicembre e per la prima, mercoledì 7 dicembre 2022, si unisce alla rassegna “Imboscate” promossa da Lies, ife.collective e Porto Burci.

Alle 18.30, a Porto Burci, si partirà per un viaggio poetico nel deserto messicano del Catorce: Agustín Jiménez presenta il suo ultimo libro, Wirikuta, pubblicato da La Vencedora quest’anno in edizione bilingue, italiano e spagnolo, con un epilogo di Luigi Amara e una foto di Nicola Lorusso (lavencedorablog.wordpress.com/le-novita).

Scritto come fosse una lunga cantilena cadenzata o una preghiera, ci trasporta in quel deserto sacro agli huicholes del nord del Messico, popolato di ineffabili cerbiatti azzurri (i cactus jícuri sacri agli dei). 

L’autore Agustín Jiménez si collegherà online da Città del Messico insieme al poeta Luigi Amara; la presentazione sarà facilitata e tradotta da Stefano Strazzabosco. Per l’occasione, Jiménez ha mandato una poesia inedita, “Axolotl”, che è stata stampata dai torchi di Giovanni Turria e sarà distribuita gratuitamente a chi parteciperà all’incontro.


L’ingresso è libero e per chi volesse sarà possibile anche collegarsi online tramite la piattaforma Zoom:

Argomento: Wirikuta
Ora: 7 dic 2022 18:20 Roma

Entra nella riunione in Zoom
https://unipd.zoom.us/j/83905792073?pwd=d0JkZWFSK1o5RUNIWFJSbEdMWFdNQT09

ID riunione: 839 0579 2073
Passcode: 896321

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L’autore


Agustín Jiménez (Città del Messico, 1955) è poeta, narratore, saggista, giornalista, bibliofilo e libraio. Ha coordinato supplementi culturali e pubblicato articoli di letteratura, arte, folclore e altro. Tra i suoi libri ricordiamo: Para distraer a Epifanio (Unam, 1996); Breve combate de inoportuna muerte (Verdehalago, 1999 ed Ediciones Ulises, 2017); Hay que tener paciencia para mirar un lirio blanco (Verdehalago, 1999); Antigua tabla de demonios (Torre de Lulio, 2002); A golpes de cabala Xilitla (Ediciones Lulio cartonero, 2006; Premio Nazionale di Poesia Efraín Huerta); Camino del haiku (El Tucán de Virginia, 2014; Premio Internazionale della Fondazione Giappone in Messico); Cantos para una dama huichola (La Vencedora, 2016); Los malandrines (La Torre de Lulio, 2021; con illustrazioni di Santiago Ulises Jiménez Ocegueda e uno scritto di Stefano Strazzabosco); Wirikuta (La Vencedora, 2022). Ha pubblicato anche libri per l’infanzia e ha collaborato col Circo Atayde per un progetto basato sulle grecherìe di Ramón Gómez de la Serna. Vive a Città del Messico, dove gestisce la libreria La Torre de Lulio.

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Questo è il titolo dell’inedito che Fabio Pusterla ci ha mandato, perché Giovanni Turria lo stampasse coi suoi torchi su carta di pregio: ne pubblichiamo il testo e l’autografo.

Come sempre, i foglietti stampati a mano e strisciati col pennarello saranno distibuiti gratuitamente al pubblico che verrà a sentire Fabio Pusterla e Massimo Natale domani, mercoledì 30 novembre alle ore 18.00 a Palazzo Cordellina (contra’ Riale, 12):

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SCHIZZO METROPOLITANO

A Stefano Simoncelli, per un pigiama

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C’era questa strada lunga, una giornata cinerina

di stanchezza, il freddo. E la ragazza, poco prima,

incerta  sulla data in cui era finita la guerra,

con l’aria di chi pensa che non sarà poi

una cosa tanto importante, che domanda stronza mi fai,

per un esame di lettere sul Neorealismo italiano.

Il ‘43, il ’45, cosa cambia? Cosa vuoi?

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Così camminavo intristito e forse non avrei visto nemmeno

i tre gamaldi che sfrecciavano in bici di dodici, tredici anni

se uno di loro non mi avesse gridato, passando: «ti consiglio

di tingere i capelli!». Un attimo, erano già lontani,

ridevano nel vento coloravano il cielo.

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Ieri sera all’Officina / ExOfficina sono risuonati i campanelli di Luis Vidales e le urla di sgomento dei terrestri attaccati dagli alieni space invaders… nonostante questo, anche grazie alle straordinarie difese approntate da Enrico Mitrovich e Giovanni Turria, le molte persone intervenute sono potute tornare a casa miracolosamente incolumi.

Documentiamo qualche momento della performance e della lettura, con l’attrice Martina Pittarello, nelle foto scattate da Chiara e Francesco Spadaro (prima e terza galleria).

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Foglie / fogli che stanno per volare:

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LAS HOJAS

El viento vira en los aires

sobre la hélice de la hoja.

Nadie ha visto el viento

pero las hojas van señalando su rumbo.

Da tristeza.

Para que el vuelo de la hoja

fuera a su gusto

todas deberían ir provistas

de motorcitos de mariposa.

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LE FOGLIE

Il vento vira nell’aria

sull’elica della foglia.

Nessuno ha visto il vento

però le foglie ne dicono il verso.

Fa tristezza.

Perché la foglia in volo

andasse a suo piacere

dovrebbero dotarla

di motorini di farfalla.

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Questa è la poesia di Suenan timbres (1926) non compresa nell’edizione italiana di Suonano campanelli (La Vencedora, 2022), fresca di stampa e disponibile da domani.

Impresse dai torchi di Giovanni Turria presso l’Officina arte contemporanea, le Hojas (Fogli / Foglie) saranno distribuite gratuitamente a chi verrà all’incontro su Luis Vidales e assistirà agli attacchi alieni di Enrico Mitrovich:

domani, mercoledì 23 novembre, alle ore 18.30, presso la sede della ExOfficina (contra’ Carpagnon, 17 – Vicenza).

L’ingresso è libero.

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Grazie a Fabio Giaretta per questo bell’articolo uscito oggi su “Il Giornale di Vicenza”:

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