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Posts Tagged ‘luciano caniato’

Sono stato qui, io?

Sono stato qui?

Dentro questo vapore d’anni,

a cercarmi?

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Questi versi di Pierluigi Cappello (da Azzurro elementare, Rizzoli 2013, p. 124) hanno inaugurato la prima lettura della rassegna Osteria n. 8 presso l’Osteria del Cane Barbino di Anna Indri Raselli, a Vicenza.

L’incontro, dedicato a Pierluigi e a Olol Jackson, ha visto Paolo Lanaro e Luciano Caniato leggere e commentare le loro poesie, davanti a un pubblico molto attento che ha riempito ogni angolo.

Felicemente, ieri sera osteria ha rimato con poesia.

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Oggi l’Osteria del Cane Barbino si apre alla poesia di Luciano Caniato e di Paolo Lanaro.

L’Osteria è in via Legione Antonini n. 20 (tel. 338 680 7177).

Le letture iniziano alle 18.00.

L’ingresso è libero fino all’esaurimento dei posti disponibili.

Esauriteli.

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Con dolore, dedichiamo questo incontro agli amici Pierluigi CappelloOlol Jackson.

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Ora che tutto annaspa e si restringe

e ogni cosa si riduce solo

a ciò che abbiamo amato, ovunque

sia quel tuo fluire inquieto, menda

 

la memoria e dimmi quanto vale

l’ombra mia che è dentro la tua storia,

se, come la tua, spesso ritorna

dai perduti intrichi dove nulla

 

spare mai, nulla s’incrina. Dimmi

se un’ora sveglia il mio salire, se

il filo che avvolge quel che siamo

 

lega un po’ di quel barbaglio all’oggi,

se ogni tanto una parola antica

picchia col rostro ai vetri del tuo salso.

 

Luciano Caniato, da L’ombra della cosa, Il Ponte del Sale, Rovigo 2017; p. 31.

 

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Osteria n. 8 / 1: Luciano Caniato e Paolo Lanaro

Il primo dei quattro incontri della rassegna di poesia contemporanea “Osteria n. 8” vede protagonisti due maestri di quell’arte della parola e dell’emozione che può essere la poesia: lo scledense (ma vicentino d’adozione) Paolo Lanaro; il polesano, ma cresciuto e vissuto a Conegliano, Luciano Caniato.

Lanaro e Caniato, pressoché coetanei (sono nati rispettivamente nel 1948 e nel 1946), hanno esordito negli stessi anni (1981 e 1980), hanno pubblicato entrambi raccolte di poesia e scritti d’altra natura (Lanaro saggi e prose narrative, Caniato studi storici e letterari) e hanno libri recenti da cui leggere: per Paolo Lanaro, la Rubrica degli inverni (Marcos y Marcos, 2016) che è stata finalista in questo mese al Premio Viareggio, per Luciano Caniato L’ombra della cosa, una raccolta di sonetti amorosi in assenza appena uscita per le edizioni de Il Ponte del Sale di Rovigo.

La doppia lettura, introdotta da Stefano Strazzabosco, viene ospitata dall’Osteria del Cane Barbino di Anna Indri Raselli domenica 1 ottobre alle 18.00.

L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili e con consumazione (piacevolmente: siamo in un’osteria) obbligatoria.

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PAOLO LANARO è nato a Schio nel 1948 e vive a Vicenza. Ha insegnato nelle scuole superiori. Ha pubblicato le raccolte di versi: L’anno del secco (Savelli, 1981); Il lavoro della malinconia (La Locusta, 1989); Luce del pomeriggio e altre poesie (Scheiwiller, 1997); Giorni abitati (Ripostes, 2002); Diario con la lampada accesa (Edizioni del Bradipo, 2005); Poesie dalla scala C (L’Obliquo, Brescia, 2011; finalista al Premio Viareggio 2011, al Premio Diego Valeri 2012 e vincitrice del premio Contini Bonacossi 2012). La sua raccolta più recente è Rubrica degli inverni (Marcos y Marcos, 2017; finalista al Premio Viareggio 2017).
Ha curato l’antologia Forme del mistico (La Locusta, 1988) e nel 2007 ha dato alle stampe In tondo e in corsivo, un´antologia di saggi e interventi critici su scrittori veneti del Novecento. Nel 2014 è uscito un suo romanzo a sfondo autobiografico, Una tazza di polvere, e nel 2015 La città delle parole, una storia della Vicenza letteraria attraverso le vicende dei suoi scrittori più famosi. Con i poeti Fernando Bandini e Giorgio Faggin ha pubblicato Corrispondenze (2013), una raccolta di traduzioni.

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LUCIANO CANIATO è nato a Pontecchio Polesine (Rovigo) nel 1946 e risiede a Conegliano (Treviso), dove ha concluso la propria carriera di docente insegnando in un istituto superiore. Ha esordito in poesia con E maledetto il frutto, Bertani, Verona 1980, cui sono seguiti: Nevi, El Levante por el Poniente, Conegliano 1986, Pensierimi, El Levante por el Poniente, Conegliano 1990, La siora nostra morte corporale, Campanotto, Udine 1992, Di memoria e di pietà, Città di Vittorio Veneto 1998, Cardiodramma, Diastema, Treviso 1999, L’anima sui cop, Diastema, Treviso 2001, Medajun et alia, Marsilio, Venezia 2002, Maliborghi, Il Ponte del Sale, Rovigo 2010, L’ombra della cosa, Il Ponte del Sale, 2017. In campo critico ha pubblicato: La ragione e il disgusto (sulla poesia di Nelo Risi), Antenna Cinema, Conegliano 1989; Terra, lingua, origine in “Filò” di Andrea Zanzotto, El Levante por el Poniente, Conegliano 1991; Il potere l’urlo, l’erta strada, El Levante por el Poniente, Conegliano 1994 (in collaborazione con L. Cecchinel e M. Munaro); L’occhio midriatico. L’interpoesia di Cesare Ruffato da “Parola bambola” a “Diaboleria”, Longo, Ravenna 1995. Ne La bella scola. La Comedia di Dante letta dai poeti e illustrata, ha commentato il canto III dell’inferno (2003) ed è presente in Da Rimbaud a Rimbaud (2004). Ha curato l’Antologia dei grandi scrittori polesani, Biblioteca dell’Immagine, Pordenone 2011 e con Marco Munaro l’edizione critica: Gino Piva, Cante d’Àdese e Po e Bi-Ba-Ri-Bo’ (2016). È incluso nel volume In un gorgo di fedeltà. Dialoghi con venti poeti italiani (2006) a cura di Maurizio Casagrande e autore di numerosi saggi storici. Dirige dal 1977 la rivista Storiadentro.

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COMUNICATO STAMPA

con preghiera di diffusione

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OSTERIA n. 8

poeti all’Osteria del Cane Barbino

Osteria n. 8 (otto come i poeti invitati a leggere) è una rassegna di poesia letta dagli autori che accompagnerà le persone interessate durante tutto l’autunno, da ottobre a dicembre.

Il programma, a cura di Stefano Strazzabosco, prevede la presenza di poeti contemporanei di diversa estrazione e indole, che leggeranno una scelta del loro lavoro a due a due, presentandosi a vicenda.

La sede degli incontri è l’Osteria del Cane Barbino (via Legione Antonini, 20): non uno spazio istituzionale, dunque, ma un luogo di convivenza informale che in queste occasioni si trasformerà in un teatro di ascolto, riflessione e dialogo con gli autori.

L’inizio è previsto per domenica 1 ottobre alle 18, con Luciano Caniato e Paolo Lanaro.

Gli altri tre incontri, anche questi di domenica e alle 18, si svolgeranno nei giorni 22 ottobre (Maurizio Casagrande e Mauro Sambi), 12 novembre (Myra Jara e Isacco Turina) e 3 dicembre (Marco Munaro e Nina Nasilli). Al termine delle letture sarà possibile cenare con gli autori presso l’Osteria.

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Luciano Caniato (Pontecchio Polesine, 1946) ha esordito in poesia nel 1980 con la raccolta E maledetto il frutto; da allora ha pubblicato diversi altri libri l’ultimo dei quali, L’ombra della cosa, sta uscendo in questi giorni per le edizioni del Ponte del Sale di Rovigo. La sua poesia, di un’espressività ironica, magmatica e pastosa, mescola sapientemente l’italiano, il dialetto, il latino. Da molti anni, inoltre, Caniato si occupa di storiografia e dirige la rivista “Storiadentro”. Vive a Conegliano.

Paolo Lanaro (Schio, 1948) ha pubblicato il suo primo libro L’anno del secco nel 1981 ed è quindi pressoché coetaneo di Caniato. Nel corso degli anni, oltre a insegnare nelle scuole superiori, ha approfondito e sviluppato il suo discorso poetico attraverso raccolte che per ben due volte sono arrivate in finale al Premio Viareggio: nel 2011 con le Poesie dalla scala C e nel 2017 con la Rubrica degli inverni. Lanaro ha inoltre pubblicato il romanzo Una tazza di polvere (2014), gli scritti critici di In tondo e in corsivo (2007) e La città delle parole (2015) e le traduzioni di Corrispondenze (2013, con Fernando Bandini e Giorgio Faggin).

Maurizio Casagrande (Padova, 1961) scrive nel dialetto della sua terra e insegna Lettere alle scuole superiori. Finora ha pubblicato tre raccolte poetiche, vincendo il Premio Renato Giorgi con Pa’ vèrghine ave (2015) e il premio Giuseppe Malattia della Vallata con degli inediti. Ha curato i volumi In un gorgo di fedeltà (2006), In classe, con i poeti (2014) e Un altro Veneto. Poeti in dialetto fra Novecento e Duemila (2014). La sua è una poesia ruvida e scarna che non risparmia nessuno, ma che è anche capace di momenti di intensa e dolente tenerezza.

Mauro Sambi, nato a Pola nel 1968 nel seno della comunità italiana autoctona dell’Istria, vive a Padova da molti anni, insegnando Chimica generale e inorganica all’Università. Ha esordito nel 1998 con la silloge Di molte quinte vuote (Premio Città di San Vito al Tagliamento), confluita nel 2009 ne L’alloro di Pound, Poesie 1994-2009. Nel 2015 ha pubblicato Diario d’inverno e nel 2017 Una scoperta del pensiero e altre fedeltà (Ronzani Editore, Vicenza, con prefazione di Bruno Nacci). Alla sua attività letteraria è dedicato un capitolo de Le parole rimaste, Storia della letteratura italiana dell’Istria e del Quarnero nel secondo Novecento a cura di N. Milani e R. Dobran (2010).

Myra Jara è nata a Lima, Perù nel 1987. Vive a Roma. Myra pratica una poesia lontana da scuole, letterature e correnti, ma molto vicina all’esperienza diretta vissuta e narrata senza ipocrisie, con una freschezza che tocca di volta in volta temi famigliari, erotici o sociali, sempre con un taglio molto personale. Dopo aver pubblicato su riviste e partecipato a vari festival letterari, ha esordito in volume nel 2015 con la raccolta La destrucción es blanca. Oltre che alla poesia, si dedica anche alla danza.

Isacco Turina (Villafranca di Verona, 1976) è ricercatore in Sociologia presso l’Università di Bologna. Ha pubblicato i saggi I nuovi eremiti (2007) e Chiesa e biopolitica (2013). La sua prima silloge, I destini minori, uscita quest’anno per le edizioni del Ponte del Sale, sta suscitando molto interesse sia tra i critici sia tra i lettori, ed è stata annoverata tra i migliori libri di poesia dell’anno in corso.

Nina Nasilli, nata a Rovigo, vive e lavora a Padova, dove si è laureata in Lettere classiche e ha avviato il laboratorio-studio “Atelier Interno 7”. Ha pubblicato diverse raccolte di poesia, la più recente delle quali in dialetto polesano-pavano (şighe!, 2017). Come pittrice, ha esposto in Italia e all’estero e collabora con poeti e scrittori per la realizzazione di volumi e preziose edizioni d’arte. Dirige per Book editore la collana “parolatracciaparola” e la Biblioteca del Vernacolo “foglie e radici”. Ha ottenuto vari premi, tra cui il Città di Arpino 2013 e il Città di Marineo 2016.

Marco Munaro (Castelmassa, 1960) vive a Rovigo, dove insegna. Fondatore e direttore dell’Associazione per la Poesia “Il Ponte del Sale”, che come casa editrice ha pubblicato alcuni tra i migliori libri usciti negli ultimi anni, tanto per la poesia italiana come per quella in traduzione, ha pubblicato tra le altre le raccolte L’urlo (1990), Cinque sassi (1993), Vaso blu con narcisi (2001), Ionio e altri mari (2003), Nel corpo vivo dell’aria (2009), Berenice (2014). Sue poesie sono state tradotte in inglese, spagnolo, finlandese e polacco. Ha a sua volta tradotto Queneau, Rimbaud, Virgilio. Ha curato tutte le poesie di Bino Rebellato, In nessun posto e da per tutto. Poesie 1929-2004 e 20 disegni dell’Autore (2005 e 2016);  Il lampo della bocca e altre figurate parole tra poeti italiani del Novecento (con G. M. Tregiardini, 2005);  La bella scolaLa Comedìa di Dante letta dai poeti e illustrata (2003-2014) e la nuova edizione delle poesie di Gino Piva, Cante d’Ádese e Po e Bi-ba-ri-bò (con L. Caniato, 2016). Nel 2013, la rivista “Atelier” gli ha dedicato un’ampia monografia critica.

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La città di Vicenza, che ospita letture poetiche almeno dagli anni ’80 (con la Casa di Cultura Popolare – SGMS), negli ultimi anni è diventata un riferimento fisso per la poesia contemporanea: ricordiamo le cinque fortunate edizioni di “dire poesia” (2009-2013) e la più recente kermesse di “Poetry Vicenza” (2015-2017).

Il pubblico vicentino ha sempre dimostrato di apprezzare questo tipo di appuntamenti, intervenendo numeroso e partecipe.

Anche per questo alle letture dell’Osteria del Cane Barbino si potrà accedere fino a esaurimento dei posti disponibili .

Per informazioni e prenotazioni: 338.6807177 (Anna Indri Raselli).

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Sì, c’è qualcuno. Bene.

Allora:

 

OSTERIA n. 8

poeti all’Osteria del Cane Barbino

 

domenica 1 ottobre

LUCIANO CANIATO

PAOLO LANARO

 

domenica 22 ottobre

MAURIZIO CASAGRANDE

MAURO SAMBI

 

domenica 12 novembre

MYRA JARA

ISACCO TURINA

 

domenica 3 dicembre

MARCO MUNARO

NINA NASILLI

 

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Gli incontri sono a cura di Stefano Strazzabosco e iniziano alle 18.00

L’entrata è gratuita con consumazione obbligatoria fino a esaurimento dei posti disponibili

Per informazioni e prenotazioni: Anna Indri Raselli, 338.6807177

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Osteria del Cane Barbino

via Legione Antonini, 20

36100 Vicenza

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No, non è caduta la pioggia durante la splendida lettura di Luigi Bressan e di Luciano Caniato sotto le mura del Castello di Romeo a Montecchio Maggiore. Qualche goccia ogni tanto, qualche raffica di vento, ma gli scrosci hanno aspettato pazientemente che finisse la serata, forse trattenuti dalla bellezza del luogo, dei versi e delle note di Michele Sguotti, il terzo poeta della serata.

Dopo l’ascolto della bella poesia La casavecia di Amneris Zampretti Peretti, letta dal figlio Tom Perry, Bressan e Caniato si sono alternati in modo perfettamente complementare, mentre la viola e il violino di Michele Sguotti creavano un raffinato contrappunto alle parole dei poeti.

Tra il pubblico una presenza molto gradita, quella di Valerio Magrelli.

Ringraziamo la Provincia di Vicenza (soprattutto Francesca Bressan e Iole Serra) e il Comune di Montecchio Maggiore per aver patrocinato e sostenuto con sensibilità e intelligenza i tre incontri della mini-rassegna Un castello, una villa, un’officina. E grazie a tutti gli ospiti (Armando Romero, Maurizio Casagrande, Matteo Vercesi, Patrizia Laquidara, Luciano Caniato, Luciano Cecchinel, Andrea Longega, Marco Munaro, Luigi Bressan, Michele Sguotti, Valerio Magrelli) e agli amici che ci hanno accompagnato.

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Dopo gli appuntamenti Armando nel cerchio di piombo all’Officina di Vicenza e Un altro Veneto a Villa Cordellina Lombardi, venerdì 13 giugno alle 21 il Castello di Romeo o della Villa di Montecchio Maggiore ospiterà il terzo e ultimo incontro di poesia della rassegna “Un castello, una villa, un’officina”, patrocinata dalla Provincia di Vicenza e dal Comune di Montecchio Maggiore per la cura di Stefano Strazzabosco.

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Castello della Villa

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Al Castello di Romeo saranno presenti i poeti Luigi Bressan e Luciano Caniato, che leggeranno loro testi sul tema della casa. La casa è la terra d’origine, il nido famigliare, lo spazio degli affetti; ma una casa può essere anche la lingua materna, in questo caso il dialetto in cui si scrive. Entrambi i poeti, infatti, sono nativi di zone diverse rispetto a quelle di residenza: Bressan è della provincia di Padova ma vive a Codroipo (UD), Luciano Caniato è nato nel rodigino ma risiede a Conegliano. Per loro, dunque, la casa è anche memoria di terre, persone e parlate rimaste indietro negli anni, che possono rivivere grazie alla poesia.

Ospite d’eccezione della serata sarà il violinista e violista Michele Sguotti, cui sono affidati gli interventi musicali.

Per l’occasione, al termine della lettura sarà possibile visitare gratuitamente le parti restaurate del castello.

In caso di pioggia, invece, l’incontro si terrà nella chiesa parrocchiale di Sovizzo Colle.

L’ingresso è libero.

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LUIGI BRESSAN è nato ad Agna (Pd) nel 1941 e vive a Codroipo (Ud), dove ha insegnato Materie letterarie e LatinoBressan nel Liceo scientifico. Ha pubblicato alcune opere di poesia nel dialetto del suo paese d’origine: El canto del tilio (Campanotto, 1986 – Premio S.Vito al Tagliamento); El zharvelo e le mosche (Boetti & C., 1990; pref. di Giovanni Tesio); Che‘fa la vita fadiga (Edizioni del Leone, 1992); Maraeja (Grafiche Campioli, 1992); Data (Biblioteca Cominiana, 1994; pref. Di Luciana Borsetto); Vose par S. (Collana “La barca di Babele”, 2000; pref. di Franco Loi – Premio Lanciano). In italiano è autore della raccolta Quando sarà stato l’addio? (Il Ponte del Sale, 2007).
E’ presente in varie antologie, tra cui Nuovi Poeti Italiani, a cura di Franco Loi, Einaudi, Torino, 2004. Ha fatto parte della redazione della rivista di letterature dialettali “Diverse Lingue” e ha diretto la collana di poesia “La Barca di Babele” per il Circolo culturale di Meduno, in Friuli.

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LUCIANO CANIATO è nato a Pontecchio Polesine (Rovigo) nel 1946 e vive a Conegliano. Ha insegnato Materie luciano_caniatoLetterarie nella scuola pubblica e ha collaborato a molti periodici scrivendo perlopiù di storia e di letteratura. Tra le sue raccolte poetiche, ricordiamo E maledetto il frutto (Bertani, 1980); La siora nostra morte corporale (Campanotto, 1992; Premio San Vito al Tagliamento); 1998. Ictus; Via ‘zo, (poemetti in dialetto; in In forma di parole, a cura di Gianni Scalia, 1998); Medaiún et alia(Marsilio, 2002); Maliborghi (Il Ponte del Sale, 2010). Presente in numerose antologie, Caniato è anche autore di testi teatrali, soprattutto per le scuole,e curatore di mostre documentarie e fotografiche.

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Luciano Caniato ci ha concesso di diffondere questo suo sonetto mordace indirizzato a Maurizio Casagrande, a proposito della foto che ripubblichiamo più sotto. La foto, di Nicola D’Angelo, è stata scattata al termine della presentazione dell’antologia Un altro Veneto. Poeti in dialetto fra Novecento e Duemila nel salone di Tiepolo della Villa Cordellina Lombardi di Montecchio Maggiore, il 6 giugno 2014.

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La foto ch’emo fato ‘sti tri-quatro
vignù a ’scoltarse lèzare puisia
(Tiepolo inperante el salunzin), tra
vinti ani “Varda”, i dirà, “sto chì l’è

lu, purin,  za fato tera da bocai;
’st’altro la l’à lassà co l’à capìo
che ai versi ghe fa schifo el scheo.
E questo co’sto libro in man chi elo?”.

Eco parché, davanti a un clic,
mejo siria voltarse par de là,
saverla za la storia ch’a ne speta.

Cossa che la vita fa, Maurizio:
zerchemo gloria che inparfuma, ma
intanto el tenpo ne mòrsega int’el culo.

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Marco Munaro, Luciano Caniato, Maurizio Casagrande, Matteo Vercesi, Luciano Cecchinel, Patrizia Laquidara, Giovanni Turria, Andrea Longega, Stefano Strazzabosco

Marco Munaro, Luciano Caniato, Maurizio Casagrande, Matteo Vercesi, Luciano Cecchinel, Patrizia Laquidara, Giovanni Turria, Andrea Longega, Stefano Strazzabosco

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Ieri sera le sale della Villa Cordellina di Montecchio Maggiore risuonavano di splendide voci: quelle dei poeti venuti di persona a leggere i propri testi (Luciano Caniato, Luciano Cecchinel, Andrea Longega, Marco Munaro); quelle degli autori letti dai curatori dell’antologia, Maurizio Casagrande e Matteo Vercesi (Fernando Bandini, Luigi Bressan, Fabio Franzin, Nerina Noro, Romano Pascutto, Eugenio Tomiolo); quella di Patrizia Laquidara, che ha cantato tre pezzi in dialetto veneto dialogando alla perfezione coi testi dei poeti.

Pubblichiamo qualche immagine a ricordo dell’incontro. Le foto sono state scattate da Giovanni Turria e da Nicola D’Angelo, che ringraziamo.

Un altro resoconto della serata è leggibile qui.

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