Qualche immagine di Armando nel cerchio di piombo.
Gli scatti sono di Luigi Bianco, che ringraziamo.
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Posted in Eventi, News, un castello una villa un'officina, tagged armando romero, claudio cinti, giovanni turria, luigi bianco, stefano strazzabosco on 27 Maggio 2014| 1 Comment »
Qualche immagine di Armando nel cerchio di piombo.
Gli scatti sono di Luigi Bianco, che ringraziamo.
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Posted in Eventi, News, un castello una villa un'officina, tagged armando romero, claudio cinti, l'officina, Provincia di Vicenza, sinopia on 25 Maggio 2014| Leave a Comment »
Il cerchio che stringeva Armando nella morsa non ha retto all’irruenza del mare: l’acqua vi è entrata schiumando, accompagnata dai colori dell’Egeo. Così il piombo si è sciolto in un bagno di luce, la poesia di Romero ha liquefatto la materia trasformandola in sogno.
Anche le macchine, però, hanno ottenuto qualcosa: sono riuscite a catturare un po’ di versi imprigionandoli nei loro caratteri di piombo. Così la luce è diventata gesto, carta e inchiostro. Nigra lux facta, et impressa est.
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Posted in Eventi, News, un castello una villa un'officina, tagged alvaro mutis, armando romero, claudio cinti, colombia, giovanni turria, il colore dell'Egeo, l'officina, martha canfield, nadaismo, sinopia, stefano strazzabosco on 22 Maggio 2014| Leave a Comment »
Più che un cerchio, un’ellisse. Con due fuochi. Nel primo le poesie in spagnolo, nell’altro le versioni in italiano. Intorno sei pedaline, i torchi tipografici più piccoli, manovrate da altrettante sudentesse del corso “Tecniche e Procedimenti di Stampa” dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. In mezzo al cerchio-ellisse, oltre ad Armando Romero, il pubblico. E la poesia, che da parola si trasforma in traccia d’inchiostro sulla carta. Gesto, movimento, pressione, suono (tra-trac), parola. Quasi un bagliore nero, ma sonoro.
La partitura per sestetto di pedaline e voce è diretta da Giovanni Turria, docente all’Accademia (oltre che a Urbino). Le poesie di Romero sono tratte da Il colore dell’Egeo (Sinopia, Venezia 2014) di cui Claudio Cinti, editore e poeta, può dire qualcosa; ma può anche darsi che si limiti a cucire, col suo refe del colore del mare, i fogli stampati dal sestetto di pedaline tra-traccanti. Fiat nigra lux (et imprimatur).
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ARMANDO ROMERO
“La poesia di Armando Romero” – afferma il grande poeta colombiano Alvaro Mutis – “non ha antecedenti in qualsiasi scuola nota o gruppo. Nella sua poesia non sono mai riuscito a trovare radici, testimonianze che riconducano ad altri, visioni riprese o rielaborate da altri. Nella poesia di Armando Romero c’è un modo di narrare un mondo che è tutto suo, personalissimo e profondo. Nelle sue poesie vivono storie di vita vissuta, c’è desolazione e amore, disordine e gioia, orme di un uomo che cammina tra la gente”.
“È un fatto indiscutibile – scrive Martha L. Canfield nell’introduzione italiana a La radice delle bestie, folgorante raccolta di piccoli racconti di Romero edita da Sinopia – della storia letteraria ispanoamericana che il surrealismo, fra tutte le avanguardie storiche, è quello che ha lasciato un’eredità più vasta e duratura. Ed è attraverso questa linea oscura ma costante dell’immaginario ispanico che emerge la prosa sconvolgente e affascinante di Armando Romero. La lezione del surrealismo lo porta con insolita irriguardosa fermezza all’incontro di quell’animalità profonda che giace dentro di noi, schiacciata o rimossa dai principi della civiltà e della cultura. Il Cane andaluso di Buñuel e il Minotauro di Picasso lo precedono; il Manuale di zoologia fantastica (1957) di Jorge Luis Borges e il Bestiario (1959) del messicano Juan José Arreola lo accolgono festosamente in quella dimensione in cui le forme incontrollabili del sogno sposano la perizia del gioco verbale. Così, sogno e poesia, mito e gioco, realtà e astrazione dal reale producono pezzi di bravura che – una volta superato l’incantesimo iniziale – ci lasciano a meditare a lungo”.
Romero è stato esponente del Gruppo Nadaista, movimento letterario di avanguardia sviluppatosi negli anni Sessanta nel suo Paese, la Colombia. La vita lo ha poi portato a viaggiare e soggiornare anche a lungo in diversi paesi del continente americano, in Europa e in Asia. Da molti anni risiede negli Stati Uniti, dove lavora come docente. Molte le raccolte poetiche pubblicate a iniziare dal 1975 in diversi Paesi del Sud America, alternate a romanzi e racconti. Il romanzo La rueda de Chicago gli ha fatto ottenere il Premio per la miglior opera d’avventura al Latino Book Festival di New York del 2005.
Le sue opere sono tradotte in numerose lingue: inglese, italiano, francese, portoghese, greco, arabo, rumeno, tedesco. In Italia i suoi libri sono editi dalla casa editrice veneziana Sinopia.
Un’altra sintesi del ciclo Un castello, una villa, un’officina si può leggere anche qui (da “Il Giornale di Vicenza” di oggi, 22 maggio 2014) e qui (da “VicenzaPiù”).
Posted in Eventi, I poeti di Dire Poesia, News, Programma 2013, tagged armando romero, ca' foscari, comune di vicenza, dire poesia 2013, ida vallerugo, ko un, manuel alegre, olimpico di vicenza, pierluigi cappello, premio nobel, teatro olimpico di vicenza, vincenza d'urso, world peace summit, yang lian on 21 aprile 2013| Leave a Comment »
Comunicato Stampa
Mercoledì 24 aprile, all’Odeo del Teatro Olimpico, la rassegna promossa da Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo ospita il poliedrico artista sudcoreano, una delle figure più conosciute e stimate a livello internazionale
DIRE POESIA, A VICENZA IL CANDIDATO
AL NOBEL PER LA LETTERATURA KO UN
Poeta, saggista, narratore, traduttore, pittore, personalità di grande levatura
civile e morale, e fautore della riunificazione delle due Coree, Ko Un verrà introdotto dalla docente e traduttrice Vincenza D’Urso
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(Vicenza – 12.04.2013) – Una personalità poliedrica, poeta, scrittore, saggista, autore teatrale, narratore, traduttore, critico letterario e pittore, ma anche uomo di grande valenza storico-politica, legato al movimento per la riunificazione delle due Coree, alla battaglia per la democratizzazione del paese e alla difesa dei diritti umani: il sudcoreano Ko Un sarà l’ospite d’eccezione, mercoledì 24 aprile (ore 18.00) all’Odeo del Teatro Olimpico di Vicenza, del quarto appuntamento di Dire poesia 2013, il mosaico di incontri con i nomi di spicco della poesia nazionale e internazionale contemporanea promosso dal Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo.
Più volte candidato per il suo paese al Premio Nobel per la Letteratura, ex monaco e priore buddista, ex prigioniero politico in più occasioni, l’ottantenne Ko Un è una delle voci più importanti della Corea contemporanea e figura stimata a livello internazionale, come dimostra l’invito, nel 2000, a declamare i suoi versi a New York in occasione del Millennium World Peace Summit of Religious and Spiritual Leaders davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Versi che Ko Un reciterà per il pubblico vicentino mercoledì 24 aprile, scegliendoli da una produzione vastissima. L’artista sudcoreano ha cantato di moltissimi temi, iniziando nei primi anni ‘50 con liriche contrassegnate da una forte manifestazione sensuale di intensità verbale. Molto spesso, le sue poesie sono ispirate dalla visione di scorci di paesaggi, immerse in ricordi fugaci. La sua più straordinaria impresa poetica ad oggi è il Maninbo (Ten Thousand Lives, ovvero Diecimila vite), serie giunta al volume 23, nella quale Ko Un rievoca ogni persona da lui conosciuta o incontrata nel corso delle sue conferenze.
I suoi versi colpiscono immediatamente chi ha il piacere di leggerli o ascoltarli: i significati del vivere – il tempo, l’amore, la nascita, la morte, la natura – diventano il ritmo e al contempo l’eco del fluire esistenziale, il linguaggio diviene la sorgente del significato, che si manifesta prima dell’atto stesso della parola.
L’appuntamento di mercoledì 24 aprile è in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati dell’Università Ca’ Foscari e il King Sejong Institute di Venezia. Ko Un verrà introdotto da Vincenza D’Urso, traduttrice e docente di Lingua e Letteratura coreana a Ca’ Foscari.
Dire poesia 2013 è un progetto del Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati e il Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e con L’Officina arte contemporanea di Vicenza, per la cura di Stefano Strazzabosco.
L’ingresso a tutti gli appuntamenti di Dire poesia è libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Per ogni appuntamento, l’artista Giovanni Turria de L’Officina Arte Contemporanea stamperà una plaquette numerata con un inedito dei poeti, da distribuire gratuitamente al pubblico.
Nei luoghi delle letture saranno inoltre disponibili i libri degli autori ospiti di Dire poesia.
Per informazioni:
Assessorato alla cultura del Comune di Vicenza tel. 0444.222101
Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari tel. 800.578875
Blog > https://direpoesia.wordpress.com/
www.comune.vicenza.it – www.palazzomontanari.com
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Informazioni per la stampa e accrediti:
Ufficio Stampa > CHARTA BUREAU
Antonio Tosi 349.5384153 – ufficiostampa@charta-bureau.it
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Giovanni Turria, in questo caso il prof. Giovanni Turria del corso di “Tecniche e procedimenti di stampa” presso l’Accademia delle Belle Arti di Venezia, ha documentato il lavoro compiuto dai suoi studenti per la composizione e la stampa del testo inviatoci da Pierluigi Cappello, che pubblicheremo tra poco.
Per riuscire a comporre, verificare, stampare, allestire e imbustare il tutto in soli due giorni, i ragazzi hanno dovuto addirittura saltare il pranzo; ma, dice il loro docente, si sono appassionati sia all’antica tecnica di composizione coi caratteri di piombo, sia all’emozionante poesia di Cappello.
L’esperienza è stata possibile grazie alla supervisione del maestro tipografo Bruno Miola e al coordinamento di Marita Dante. A loro, al maestro Turria e a questi splendidi ragazzi vanno anche i nostri più ammirati ringraziamenti.
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Comunicato Stampa
Il poeta di Gemona del Friuli (UD), sarà ospite mercoledì 17 aprile a Palazzo Leoni Montanari per il terzo appuntamento della rassegna promossa da Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo
DIRE POESIA “TORNA” IN ITALIA CON IL
FRIULANO PIERLUIGI CAPPELLO
Considerato uno dei più grandi poeti italiani contemporanei,
Cappello ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti tra cui il Premio
Viareggio-Rèpaci. Introduce la serata il poeta, critico
e saggista padovano Maurizio Casagrande
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(Vicenza – 12.04.2013) – Dopo l’appuntamento con il canadese Barry Callaghan, dire poesia 2013, il mosaico di incontri con i nomi di spicco della poesia nazionale e internazionale contemporanea promosso dal Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo, “torna” in Italia e lo fa ospitando uno dei nostri più grandi poeti contemporanei, il friulano Pierluigi Cappello. Cappello, che con i propri versi incontrerà il pubblico mercoledì 17 aprile a Palazzo Leoni Montanari (ore 18.00), è uno di quei poeti che vive nelle sue opere l’esperienza del “doppio”, scrivendo in friulano e in italiano, per dare vita a “un mondo che va cantato, nella sua prepotente e sensitiva natura, nell’eco delle voci e nell’ombra dei volti e nella traversia delle cose che contano, con trasporto amoroso e con tenace patire”, come recitano le motivazioni con cui gli è stato assegnato il prestigioso Premio Viareggio-Rèpaci nel 2010. Nelle sue liriche la memoria diventa un binario fondamentale da percorrere, priva però di nostalgia, ma che assume la forza del ricordo lucido da investigare e in cui scavare, per trarne insegnamenti ed esperienza. Un’esperienza che talvolta si fa dolore, dello spirito e della carne, una condizione che per Pierluigi Cappello è divenuta dura realtà, dopo che nel 1983, a soli 16 anni, un maledetto incidente lo ha costretto su una sedia a rotelle.
Cappello, che attualmente è impegnato in un’intensa attività artistica e di divulgazione della poesia contemporanea anche nelle scuole e nelle università, sarà introdotto dal padovano Maurizio Casagrande, autore di saggi critici, recensioni, interventi, racconti e liriche apparsi su numerosi periodici e riviste, e già ospite nella sezione “Off” dell’edizione 2011 di Dire poesia.
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Dire poesia 2013 è un progetto del Comune di Vicenza – Assessorato alla Cultura e Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali Comparati e il Dipartimento di Studi sull’Asia e sull’Africa Mediterranea dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e con L’Officina arte contemporanea di Vicenza, per la cura di Stefano Strazzabosco.
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Pierluigi Cappello è nato a Gemona del Friuli (Udine) nel 1967, ma è originario di Chiusaforte dove ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza. Attualmente vive a Tricesimo, dove è impegnato in un’intensa attività artistica e di divulgazione della poesia contemporanea anche nelle scuole e all’università. Con altri poeti della sua regione ha fondato nel 1999 e ha diretto per qualche tempo la collana di poesia “La barca di Babele” che, edita dal Circolo Culturale di Meduno, accoglie e diffonde autori significativi di area veneta, triestina e friulana. Ha pubblicato i seguenti libri di poesie: Le nebbie (Campanotto, Pasian di Prato 1994 e 2003), La misura dell’erba (Gallino, Milano 1998), Amôrs (Campanotto, Pasian di Prato 1999), Il me Donzel (Boetti, Mondovì 1999; premi Città di San Vito al Tagliamento e Lanciano-Mario Sansone), Dentro Gerico (Circolo Culturale di Meduno, Meduno 2002). Con Dittico (Liboà, Dogliani 2004) ha vinto il premio Montale Europa. Assetto di volo (Crocetti, Milano 2006), che riunisce gran parte dei suoi versi, è stato vincitore dei premi Pisa (2006) e Bagutta Opera Prima (2007). Nel 2008 ha pubblicato la sua prima raccolta di prose e interventi intitolata Il dio del mare (Lineadaria, Biella 2008). Nel maggio 2010 pubblica Mandate a dire all’imperatore (Crocetti, Milano 2010), col quale vince il premio Viareggio-Rèpaci. Sue poesie sono inoltre apparse in numerose riviste e antologie. Ha tradotto in friulano, tra gli altri, Vicente Aleixandre, Arthur Rimbaud, Carlos Montemayor; il suo ultimo lavoro di traduzione è Rondeau. Venti variazioni d’autore (Forum, Udine 2011). Nel 2012 il presidente Giorgio Napolitano gli ha conferito il prestigioso premio Vittorio De Sica.
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Maurizio Casagrande è nato a Padova nel 1961 e insegna Lettere nelle scuole superiori. Dopo la laurea in Filosofia ha maturato interesse per la letteratura e la poesia occupandosi, in sede critica, di poeti e scrittori contemporanei. I suoi scritti – saggi critici, recensioni, interventi, racconti, liriche – sono apparsi su numerosi periodici e riviste, quali Atelier, La Battana, Tratti, La Clessidra, Madrugada, L’Ippogrifo, Il Gabellino, Voltri Oggi, AltroVerso, Oltre, Yale Italian Poetry, Hortus, Daemon. Suoi contributi, inoltre, sono presenti nei volumi Tomizza e noi (Atti della seconda edizione del Convegno di studi su Fulvio Tomizza, Umago 2001), Da Rimbaud a Rimbaud (Il Ponte del Sale, Rovigo 2004), I Surrealisti francesi (Stampa Alternativa, Viterbo 2004). È membro fondatore dell’Associazione per la poesia “Il Ponte del Sale” di Rovigo, per la quale ha curato nel 2006 il libro di interviste In un gorgo di fedeltà. Dialoghi con venti poeti italiani (con fotografie di Arcangelo Piai). Nel gennaio 2011 è uscito il suo primo libro di poesie, Sofegón carogna (prefazione di Luigi Bressan, Il Ponte del Sale, Rovigo). Per le edizioni “Cofine” di Roma sta lavorando, con Matteo Vercesi, ad un’antologia di 16 poeti in dialetto del Veneto, a cavallo fra XX e XXI secolo.
L’ingresso a tutti gli appuntamenti di Dire poesia è libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili.
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Posted in News, tagged adam zagajewski, anne waldman, armando romero, dire poesia, edoardo sanguineti, ida vallerugo, jesùs urzagasti, john akpata, meena alexander, tahar ben jelloun, titos patrikios on 22 giugno 2012| 2 Comments »
Ancora pochi giorni e questo blog tornerà ad assopirsi, come un golem silente del web.
Intanto segnaliamo l’articolo uscito sul Giornale di Vicenza di ieri, 21 giugno 2012.
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Posted in Eventi, News, Programma 2012, tagged adam zagajewski, anne waldman, armando romero, dire poesia 2012, jesùs urzagasti, loggia del capitaniato, poetry slam, titos patrikios, yang lian on 20 giugno 2012| 4 Comments »
Pubblichiamo anche uno dei testi letti allo slam dalla seconda classificata, Mara Seveglievich.
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LE RAGIONI DEL CUORE
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Le ragioni del cuore rosso cinabro glossy
sulle briciole del pane
secco dei miei capelli salepepe
si affollano come pettirossi,
ma scambiano il cuore
con la mente, becchettano e strappano
a sangue, a croste di pelle secca i fili
luccicanti della ragione.
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I palpiti della mente, le pulsazioni
blu ciano squassano il muscolo sbagliato,
che sobbalza e strilla emozioni
e imploso si contrae lasciando un rivolo di sangue
glauco, slavato e spento e spanto sul piatto
d’argento che regge la testa del Battista,
il tavolo anatomico apparecchiato e sparecchiato della
casa/morgue.
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Il corpo comprime l’affanno e ammaestra
la ridda delle sinapsi
tremulo incedendo nella carne stanca, nella febbre rapsodica delle mani
che non sanno più scrivere,
solo lasciare tracce di senso incerte su fogli nudi. Incolpevoli.
Ma va, crolla e tracolla, s’incaglia e risolleva spavaldo e protervo
anno dopo anno,
tailleur dopo tailleur,
trucco dopo trucco,
tacco dopo tacco,
nella danza elegante della guerra, di attacco e di trincea,
di accordi bizantini sottobanco.
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Così come in tutte le guerre,
quando naufraghi, reduci, profughi, esuli e relitti
trovano pace in fondo nella luna della sera
semibuia e fresca e garantita d’argento per l’eternità (pratico il dubbio),
nel vuoto che c’invade finalmente
e niente esiste più se non lo sbaffo nei
cuori rosa mat
(da ripassare ogni tanto, meglio tenere in borsetta o nella tasca
interna della giacca – sul cuore – un rossetto)
degli altri, i viaggiatori della vita.
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2 giugno 2012