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qualche altra immagine dell’incontro su La viola di Strauss di e con Luigi Bressan, presso la Cooperativa Insieme di Vicenza, in collaborazione con Di sana pianta:

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L’altra sera allo spazio Voll è stato molto bello dialogare con Antonella Anedda, sollecitata dalle domande di Eleonora e Ilaria, di Ife collective, sul suo libro Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Interlinea, 2022); in apertura, Chiara Bortoli di Artemis aveva dato il benvenuto agli ospiti, sottolineando le analogie tra il linguaggio poetico e quello della danza. Il collegamento con Roma, dove vive Antonella, è stato garantito in modo professionale da Fiorenzo e dagli altri amici di Artemis. Questo è stato anche l’ultimo incontro della rassegna Di sana pianta, che in due occasioni ha felicemente intersecato le letture poetiche di Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi.

Antonella aveva il Covid, appena diagnosticato, ma è riuscita lo stesso a rispondere alle domande e a leggere qualche poesia. Le siamo molto grati.

Come sempre, anche questa volta è stato distribuito il foglietto stampato dai torchi di Giovanni Turria con la poesia Osservazione I (da Historiae, 2018):

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Alla fine, prima dei brindisi col Glera e il Valpolicella, e gli stuzzichini offerti da Unicomondo, Chiara Spadaro ha concluso la serie di sette incontri di “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi” rileggendo la poesia di Patrizia Cavalli che ha dato il nome alla rassegna e salutando i presenti con parole che hanno insieme commosso e divertito.

Pubblichiamo qualche foto della serata (immagini di Chiara Spadaro e di Chiara Bortoli):

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Con quest’incontro si è conclusa la rassegna “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi“, a cura di Chiara Spadaro e di Stefano Strazzabosco.

Grazie a tutte le persone che hanno partecipato, e in primo luogo ai nostri ospiti: Luigi Bressan, Zelda Zanobini e Marco Munaro, (Luis Vidales ed) Enrico Mitrovich, Fabio Pusterla e Massimo Natale, Agustín Jiménez e Luigi Amara, Gian Mario Villalta, Antonella Anedda e Ife collective.

Ringraziamo anche gli sponsor che ci hanno permesso di organizzare e di portare a compimento la nostra rassegna: la Cooperativa Insieme, la Biblioteca Bertoliana, la ditta SIRCES srl, Meccano 14, EQuiStiamo, Rete Gas Vicenza, Legambiente Vicenza; e i partner Ronzani Editore, ViCult, UnicoMondo, ExOfficina (oltre al maestro Giovanni Turria).

Infine, grazie anche a Fabio Giaretta e a “Il Giornale di Vicenza“.

E s-ciao…?

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Comunicato stampa

“Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi”: ultimo incontro della rassegna venerdì 16 dicembre con Antonella Anedda.

Dialoga con l’autrice il collettivo Ife: appuntamento alle 18.30, presso lo Spazio Voll

Vicenza. L’ultimo incontro della serie di letture poetiche “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi”, a cura di Chiara Spadaro e di Stefano Strazzabosco, si conclude venerdì 16 dicembre 2022 con un ultimo incontro con la poeta Antonella Anedda. Alle 18.30, presso lo Spazio Voll (via della Robbia Luca, 19) e in collaborazione con la rassegna “Di sana pianta”, Anedda presenta il libro “Le piante di Darwin e i topi di Leopardi” (Interlinea, 2022): un affascinante saggio sulle affinità di pensiero tra Erasmus Darwin, il nipote Charles e Giacomo Leopardi, all’incrocio fra scienze naturali, filosofia e poesia. L’autrice – che dialogherà con il collettivo vicentino Ife – sarà in collegamento da remoto, ma l’incontro si svolgerà in presenza nello Spazio Voll; l’ingresso è libero.

L’autrice
Antonella Anedda (Anedda Angioy) vive a Roma e in Sardegna. Ha insegnato in università italiane e straniere, e ha collaborato con diverse riviste e giornali. Ha pubblicato le raccolte Residenze invernali (Bulla, 1989 e Crocetti, 1992); Notti di pace occidentale (Donzelli, 1999; Premio Montale); Il catalogo della gioia (Donzelli, 2003); Dal balcone del corpo (Mondadori, 2007); Salva con nome (Mondadori, 2012; Premio Viareggio-Répaci); Historiae (Einaudi, 2018). Per le prose saggistiche e narrative, ricordiamo Cosa sono gli anni (Fazi, 1997); La luce delle cose (Feltrinelli, 2000); La vita dei dettagli (Donzelli, 2009); Isolatria (Laterza, 2013); Geografie (Garzanti, 2021) e Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Interlinea, 2022). Il poeta Jamie McKendrick l’ha tradotta in inglese (Archipelago, 2014; Premio Florio per la traduzione), mentre le sue “libere versioni” o “variazioni” da più lingue sono raccolte in Nomi distanti (Empirìa, 1998 e Aragno, 2020).


Il libro
“Le piante di Darwin e i topi di Leopardi” è il nuovo libro di Antonella Anedda, edito da Interlinea nel 2022, che analizza il mondo animale e naturale a partire dagli studi e dalle ricerche di tre grandi autori come Giacomo Leopardi, Erasmus Darwin e suo nipote Charles. Come scrive Anedda, “Leopardi non nega la scienza ma disprezza la convinzione di possedere una verità assoluta, una scienza infusa. Per questo celebra il ruolo che l’errore “fecondo” gioca nel sapere scientifico. La sua idea di sviluppo della conoscenza non è lineare, il progresso non avanza su binari prestabiliti ma è appunto casuale”. 

Per saperne di più: https://www.interlinea.com/news–le-piante-di-darwin-e-i-topi-di-leopardi-la-natura-secondo-antonella-anedda-881.html.

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che non c’erano, vista la stagione… ma il loro rosso acceso è vibrato nei versi di Gian Mario Villalta, tra gli addobbi curati da Civiltà del Verde, che ringraziamo (nella prima foto, la sig.a Romana Caoduro, che ha dato il benvenuto ai presenti e illustrato le iniziative dell’associazione).

Le immagini di Chiara Spadaro ci restituiscono qualche momento dell’incontro, in una sala fredda ma molto partecipe e attenta.

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A venerdì con Antonella Anedda, in collegamento, presso lo Spazio Voll (via Della Robbia, 19), in collaborazione con “Di sana pianta“, alle 18.30 (ingresso libero).

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Venerdì 16 dicembre alle 18.30, presso lo Spazio Voll (via della Robbia Luca, 19) e in collaborazione con “Di sana pianta”, Antonella Anedda presenta Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Interlinea, 2022): un affascinante saggio sulle affinità di pensiero tra Erasmus Darwin, il nipote Charles e Giacomo Leopardi, all’incrocio fra scienze naturali, filosofia e poesia.

La poeta Antonella Anedda è presente attraverso un collegamento online; il pubblico è presente in sala.

L’ingresso è libero.

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Antonella Anedda (Anedda Angioy) vive a Roma e in Sardegna. Ha insegnato in università italiane e straniere, e ha collaborato con diverse riviste e giornali. Ha pubblicato le raccolte Residenze invernali (Bulla, 1989 e Crocetti, 1992); Notti di pace occidentale (Donzelli, 1999; Premio Montale); Il catalogo della gioia (Donzelli, 2003); Dal balcone del corpo (Mondadori, 2007); Salva con nome (Mondadori, 2012; Premio Viareggio-Répaci); Historiae (Einaudi, 2018). Per le prose saggistiche e narrative, ricordiamo Cosa sono gli anni (Fazi, 1997); La luce delle cose (Feltrinelli, 2000); La vita dei dettagli (Donzelli, 2009); Isolatria (Laterza, 2013); Geografie (Garzanti, 2021) e Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Interlinea, 2022). Il poeta Jamie McKendrick l’ha tradotta in inglese (Archipelago, 2014; Premio Florio per la traduzione), mentre le sue “libere versioni” o “variazioni” da più lingue sono raccolte in Nomi distanti (Empirìa, 1998 e Aragno, 2020).

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Con quest’incontro si conclude la serie di letture di “Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi“, a cura di Chiara Spadaro e di Stefano Strazzabosco.

Grazie a tutte le persone che hanno partecipato, e in primo luogo ai nostri ospiti: Luigi Bressan, Zelda Zanobini, (Luis Vidales ed) Enrico Mitrovich, Fabio Pusterla e Massimo Natale, Agustín Jiménez e Luigi Amara, Gian Mario Villalta e il collettivo Ife.

Ringraziamo anche gli sponsor che ci hanno permesso di organizzare e di portare a compimento la nostra rassegna: la Cooperativa Insieme, la Biblioteca Bertoliana, la ditta SIRCES srl, Meccano 14, EQuiStiamo, Rete Gas Vicenza, Legambiente Vicenza; e i partner Ronzani Editore, ViCult, UnicoMondo, ExOfficina (e il maestro Giovanni Turria).

Infine, grazie anche a Fabio Giaretta e a “Il Giornale di Vicenza“.

Alla prossima?

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Tante persone l’altra sera per ascoltare Luigi Bressan, come si intuisce dalle foto di Chiara Spadaro; e un’atmosfera attenta, accogliente e calda.

Grazie a Francesca Battaglia (cooperativa Insieme) e a Chiara Bortoli (Di sana pianta, Artemis), e grazie a tutte le persone che sono venute all’incontro.

Il prossimo appuntamento è con Zelda Zanobini (Non era l’ombra di niente, Il Ponte del Sale, Rovigo 2022) e Marco Munaro, venerdì 18 Novembre alle 18.30, presso lo spazio della & Art Gallery (contra’ Frasche del Gambero, 17 – Vicenza).

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Senza dubbio, uno dei libri di poesia più belli di quest’anno, e non solo.

Ne parliamo con l’Autore domani, giovedì 10 novembre, presso la Cooperativa Insieme di Vicenza (via Dalla Scola, 255), alle ore 20.30.

L’ingresso è libero.

“Nella primavera  2020, segnata dall’isolamento per pandemia da Sars-Cov-2, in un luogo interiore antitetico al frastuono della ‘comunicazione’, Luigi Bressan compone un erbario che la sapienza evocativa della sua parola – distillato di un magistero lungo una vita di raffinatissima e umile civiltà, tanto alto quanto appartato – trasforma sotto gli occhi dapprima stupiti e poi incantati del lettore in un giardino vivo, o piuttosto in un allegorico orto dei semplici meravigliosamente vario, vitale e terapeutico. Con una essenziale avvertenza, però, opportunamente presa a prestito da uno dei maestri della visione: ‘il soggetto è secondario, quel che voglio riprodurre è ciò che si trova tra me e il soggetto’. A uno snodo d’epoche drammatico e sommamente incerto, proprio questa cristallina intercapedine d’aria – e di tempo – tra l’io poetante e il suo soggetto diventa il luogo miracoloso in cui tutto ciò che non è più, evocato, rivive un’ultima volta in una estrema luce di commiato”.

dalla Nota editoriale

L’arte di Bressan è conversevole e comunitaria: fa spazio a un giro di voci, a una corolla di presenze amiche e benevole, soprattutto richiamate nel ricordo, ripescate dall’ombra che le cinge. Rispuntano, con i loro fiori carnosi, i loro orti miracolosi, tali figure, e parlano del cerchio misterioso e semplice, terreno e umorale della vita. Sì, ecco, è una poesia vitale quella di Bressan, sotto l’apparente predominio del tempo che tutto cancella, della morte che mette a tacere. In realtà questa poesia, in cui ormai la lingua è impastata segretamente di dialetto, dice la persistenza della vita, nella sua umiltà e tenacia, nel suo fulgore, al pari delle erbe, dei frutti, delle piante di cui racconta le fioriture”.

Daniele Piccini, Corriere della Sera

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Luigi Bressan, La viola di Strauss, Ronzani Editore, Vicenza 2022.

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Ecco l’inedito che ci ha mandato Luigi Bressan per inaugurare la serie di incontri poetici di Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi.

Il testo e il suo autografo verranno stampati in tiratura limitata dai torchi a caratteri mobili di Giovanni Turria, e distribuiti gratuitamente a chi verrà alla lettura (fino all’esaurimento delle copie disponibili).

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Silenzi

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Sul lungomare corrono all’inverno

le palizzate calde di sole

nell’aria sorda il frusciare dell’onda

invita a un varco

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Di là una coppia ripara

il sangue acceso dietro occhi di gatto

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Torniamo all’asfalto che serpeggia

di freddi tra i passi e le foglie

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Teniamo dentro le parole

prendendoci per mano.

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29 ott 2022, 02:47

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Grazie a Elsa Zaupa di Ronzani Editore e al maestro Giovanni Turria per la grafica della nostra locandina/pieghevole; e grazie a Octavia Monaco per averci concesso di utilzzare questa sua immagine che sembra parlarci di un essere ibrido, animale e vegetale, sovrumano e ovidiano (www.octaviamonaco.com).

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IO GUARDO IL CIELO, IL CIELO CHE TU GUARDI

Fiori, ombre, topi, tremalumi, ibischi, cactus, campanelli:

poesie tra umano e sovrumano

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INCONTRI CON POETI A VICENZA

Octavia Monaco, Participacion mistique.
Carboncino, pastelli a olio e acrilico su carta, 2013. www.octaviamonaco.com

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Giovedì 10 novembre

LUIGI BRESSAN

La viola di Strauss, Ronzani, 2022

con Stefano Strazzabosco

Cooperativa Insieme (via Dalla Scola, 255), ore 20.30

in collaborazione con “Di sana pianta”

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Venerdì 18 novembre

ZELDA ZANOBINI

Non era l’ombra di niente, Il Ponte del Sale, 2022

con Marco Munaro

& Art Gallery (contrà Frasche del Gambero, 17), ore 18.30

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Mercoledì 23 novembre

LUIS VIDALES

Suonano campanelli, La Vencedora, 2022

con Enrico Mitrovich

EXOFFICINA (contrà Carpagnon, 17), ore 18.30

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Mercoledì 30 novembre

FABIO PUSTERLA

Tremalume, Marcos y Marcos, 2022

e Da qualche parte nello spazio, Le Lettere, 2022

con Massimo Natale

Biblioteca civica Bertoliana,

Palazzo Cordellina (contrà Riale, 12), ore 18

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Mercoledì 7 dicembre – online

AGUSTÍN JIMÉNEZ

Wirikuta, La Vencedora, 2022

con Luigi Amara

Porto Burci (contrà dei Burci, 27), ore 18.30

in collaborazione con “Imboscate”

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Martedì 13 dicembre

GIAN MARIO VILLALTA

Dove sono gli anni, Garzanti, 2022

con Stefano Strazzabosco

Sala dei chiostri di San Lorenzo (piazza San Lorenzo, 2), ore 18.30

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Venerdì 16 dicembre – online

ANTONELLA ANEDDA

Le piante di Darwin e i topi di Leopardi, Interlinea, 2022

con Ife Collective

Spazio Voll (via della Robbia Luca, 19), ore 18.30

in collaborazione con “Di sana pianta”

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Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi (un verso di Patrizia Cavalli da Vita meravigliosa) è una rassegna di letture poetiche curata da Chiara Spadaro e da Stefano Strazzabosco.

Le letture ruotano intorno al tema degli ecosistemi in un mondo minacciato e instabile, ovvero del rapporto tra l’umano e il sovrumano (libera traduzione di “more-than-human”, l’intreccio multispecie in cui non siamo più i soli a dettare le regole del rapporto tra natura e cultura).

“Fiori, ombre, topi, tremalumi, ibischi, cactus, campanelli” – che ritroviamo tra le pagine dei libri proposti, tutti usciti quest’anno – animano un microcosmo nel quale possiamo riconoscerci in quest’epoca di crisi e anche, come sempre, di bellezza.

Il percorso si snoda in sette tappe a ingresso libero, ciascuna con almeno un libro di riferimento:

La viola di Strauss di Luigi Bressan (Ronzani, 2022; traduzione in inglese di G. Codifava, con una lettera all’autore di D. Cavaion) è un notevole erbario floreale in cui l’osservazione della natura trova accensioni liriche e brevi sviluppi narrativi che parlano di comunità e di continue, vitalissime rinascite;

Non era l’ombra di niente di Zelda Zanobini (Il Ponte del Sale, 2022) è un assemblaggio di vari lavori poetici sull’ecologia dei sentimenti e sulle relazioni che ne scaturiscono, e insieme una chiamata e una protesta;

Suonano campanelli di Luis Vidales (La Vencedora, 2022; con centocinquanta attacchi alieni di E. Mitrovich) è una raccolta del 1926 in cui il pensiero poetico dell’autore colombiano immagina mondi alternativi, e sovverte gli esistenti con clownesca libertà;

Tremalume (Marcos y Marcos, 2022) e Da qualche parte nello spazio (Le Lettere, 2022; con un saggio di M. Natale e un autocommento dell’autore) sono rispettivamente la raccolta più recente di Fabio Pusterla, appena uscita, e una splendida antologia che raccoglie e riordina poesie scritte negli ultimi dieci anni;

Wirikuta di Agustín Jiménez (La Vencedora, 2022; con un epilogo di L. Amara e una fotografia di N. Lorusso) è il resoconto poetico di una stagione nel deserto del Catorce, luogo sacro agli huicholes del nord del Messico, popolato di ineffabili cerbiatti azzurri (i cactus jícuri sacri agli dei);

Dove sono gli anni di Gian Mario Villalta (Garzanti, 2022) è una raccolta stratificata e intensa, la cui ultima parte è dedicata al tema della sopravvivenza nell’era dell’antropocene;

Le piante di Darwin e i topi di Leopardi di Antonella Anedda (Interlinea, 2022) è un affascinante saggio sulle affinità di pensiero tra Erasmus Darwin, il nipote Charles e Giacomo Leopardi, all’incrocio fra scienze naturali, filosofia e poesia.

Luigi Bressan, Zelda Zanobini, Fabio Pusterla e Gian Mario Villalta sono presenti dal vivo; Agustín Jiménez interviene da Città del Messico, con Luigi Amara; Luis Vidales (1904-1990) parla attraverso la prima traduzione italiana delle poesie di Suonano campanelli (ma è presente Enrico Mitrovich coi suoi 150 attacchi alieni che corredano il libro); Antonella Anedda partecipa in collegamento video da remoto.

La rassegna è itinerante, per diffondere la parola poetica in diversi spazi della città e tessere reti tra le realtà sensibili ai temi ambientali. Alcune di queste – la Biblioteca Bertoliana di Vicenza, la Cooperativa Insieme, la ditta SIRCES s.r.l., l’associazione Meccano 14, Legambiente Vicenza, Rete GAS Vicentina ed EQuiStiamo – sostengono l’iniziativa anche con un aiuto finanziario; altre – Ronzani Editore, Exofficina, Unicomondo e ViCult – lo fanno prestando spazi, prodotti o servizi.

“Io guardo il cielo, il cielo che tu guardi”, inoltre, per tre appuntamenti (quelli con Luigi Bressan, Agustín Jiménez e Antonella Anedda) si innesta in altre due rassegne cittadine: “Di sana pianta” – ideata nel 2019 da Anna Altobello, Chiara Bortoli, Andrea Rosset, Fiorenzo Zancan, e organizzata dall’associazione culturale Artemis e dalla cooperativa sociale Insieme per aprire un dialogo tra ricercatori della natura, della filosofia, dell’arte – e “Imboscate” –  a cura di Lies, Porto Burci e Ife Collective, per riflettere con un approccio multidisciplinare oltre le alterità tra naturale e artificiale, umano e post-umano, animale e vegetale.

Gli aggiornamenti sulla rassegna si pubblicano nel blog https://direpoesia.wordpress.com/ (posta: direpoesia@gmail.com) e nelle pagine Instagram, Twitter e Facebook delle associazioni che sostengono la rassegna.

Tutti gli incontri si tengono a Vicenza e sono a ingresso libero.

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GLI AUTORI

Luigi Bressan (Agna, 1941) vive a Codroipo. Con la casa editrice Il Ponte del Sale ha pubblicato le poesie in italiano Quando sarà stato l’addio? (2007), El paradiso brusà (2014), che raccoglie l’intera opera poetica in dialetto, e Quetzal (2019); La viola di Strauss è uscito nel 2022 per Ronzani Editore. Ha fatto parte della redazione della rivista di letterature dialettali “Diverse lingue”, e suoi testi sono stati inclusi in antologie come Nuovi poeti italiani (a cura di F. Loi, Einaudi, 2004).

Zelda Zanobini è nata nel 1963 a Pisa, dove si è laureata in Ingegneria. Dal 1989 lavora nell’Industria. Risiede a Firenze ma opera altrove, principalmente in Veneto. Nel 2006 la rivista “Semicerchio” ha pubblicato alcune sue poesie; negli ani successivi altri testi poetici e narrativi sono stati inclusi in varie pubblicazioni. Nel 2020 ha partecipato al progetto Oikos. Poeti per il futuro (Mimesis). Nel 2021 è uscita la sua prima raccolta, Bianco (Transeuropa).

Luis Vidales (Luis Nelson Vidales Jaramillo; Calarcá 1900? 1904? – Bogotá 1990) è stato un poeta, giornalista, critico d’arte, docente e politico colombiano. Esordisce nel 1926 col suo libro più importante e innovativo, Suenan timbres, la cui prima edizione si esaurisce in tre giorni, suscitando reazioni molto accese – a favore e contro – e l’elogio convinto di poeti come Borges e Huidobro. In seguito vive a Parigi e a Genova. Torna in patria nel 1930, e nello stesso anno è tra i fondatori del Partito Comunista colombiano, cui resta legato per tutta la vita. Negli anni successivi continua a lavorare come giornalista e agitatore politico, organizzando un’intensa campagna contro la guerra col Perù, sostenendo e organizzando varie rivolte contadine e pagandone personalmente le conseguenze (viene processato e incarcerato più volte). Lavora poi come Direttore dell’Istituto Nazionale di Statistica e come docente universitario di Storia dell’Arte, e nel 1945 pubblica un suo Trattato di Estetica. Costretto all’esilio in Cile nel 1953, torna in Colombia undici anni dopo e riprende la sua attività di giornalista e di statistico, pubblicando anche una Storia della Statistica in Colombia (1975). Nel 1978 pubblica le poesie de La Obreriada; nel 1982 pubblica la sua Poesía inédita e gli viene assegnato il Premio Nazionale di poesia; nel 1983 riceve dall’Unione Sovietica il Premio Lenin per la Pace; nel 1985 escono El libro de los fantasmas, una Antología poética e Poemas del abominable hombre del Barrio de Las Nieves. Poco prima della morte, dalla sua casa vengono sottratti vari manoscritti inediti, ora perduti.

Fabio Pusterla (Mendrisio, 1957) ha esordito nel 1985 con la raccolta Concessione all’inverno (Marcos y Marcos; Premio Montale e Premio Schiller) pubblicando in seguito, sempre presso la stessa casa editrice, Bocksten (1989), Le cose senza storia (1994), Pietra sangue (1999; Premio Schiller), Folla sommersa (2004), Corpo stellare (2010), Argéman (2014), Cenere, o terra (2018) e il recentissimo Tremalume (2022). Einaudi ha allestito la sua prima antologia Le terre emerse. Poesie 1985-2008 (2009); Le Lettere la seconda, Da qualche parte nello spazio. Poesie 2011-2021 (con un saggio di Massimo Natale e un autocommento dell’autore, 2022). Tra i suoi saggi ricordiamo Il nervo di Arnold (Marcos y Marcos, 2007). Ha tradotto poeti come P. Jaccottet e A. Emaz, ed è stato tradotto in francese, tedesco, inglese, spagnolo. Vive ad Albogasio, sulla frontiera tra l’Italia e la Svizzera.

Agustín Jiménez (Città del Messico, 1955) è poeta, narratore, saggista, giornalista, bibliofilo e libraio. Ha coordinato supplementi culturali e pubblicato articoli di letteratura, arte, folclore e altro. Tra i suoi libri ricordiamo: Para distraer a Epifanio (Unam, 1996); Breve combate de inoportuna muerte (Verdehalago, 1999 ed Ediciones Ulises, 2017); Hay que tener paciencia para mirar un lirio blanco (Verdehalago, 1999); Antigua tabla de demonios (Torre de Lulio, 2002); A golpes de cabala Xilitla (Ediciones Lulio cartonero, 2006; Premio Nazionale di Poesia Efraín Huerta); Camino del haiku (El Tucán de Virginia, 2014; Premio Internazionale della Fondazione Giappone in Messico); Cantos para una dama huichola (La Vencedora, 2016); Los malandrines (La Torre de Lulio, 2021; con illustrazioni di Santiago Ulises Jiménez Ocegueda); Wirikuta (La Vencedora, 2022). Ha pubblicato anche libri per l’infanzia e ha collaborato col Circo Atayde per un progetto basato sulle grecherìe di Ramón Gómez de la Serna. Vive a Città del Messico, dove gestisce la libreria La Torre de Lulio.

Antonella Anedda (Anedda Angioy) vive a Roma e in Sardegna. Ha insegnato in università italiane e straniere, e ha collaborato con diverse riviste e giornali. Ha pubblicato le raccolte Residenze invernali (Bulla, 1989 e Crocetti, 1992); Notti di pace occidentale (Donzelli, 1999; Premio Montale); Il catalogo della gioia (Donzelli, 2003); Dal balcone del corpo (Mondadori, 2007); Salva con nome (Mondadori, 2012; Premio Viareggio-Répaci); Historiae (Einaudi, 2018). Per le prose saggistiche e narrative, ricordiamo Cosa sono gli anni (Fazi, 1997); La luce delle cose (Feltrinelli, 2000); La vita dei dettagli (Donzelli, 2009); Isolatria (Laterza, 2013); Geografie (Garzanti, 2021) e Le piante di Darwin e i topi di Leopardi (Interlinea, 2022). Il poeta Jamie McKendrick l’ha tradotta in inglese (Archipelago, 2014; Premio Florio per la traduzione), mentre le sue “libere versioni” o “variazioni” da più lingue sono raccolte in Nomi distanti (Empirìa, 1998 e Aragno, 2020).

Gian Mario Villalta (Visinale, 1959) è poeta, narratore, saggista, insegnante. Dal 2002 è direttore artistico di pordenonelegge. Ha pubblicato le raccolte di poesia Traccia (Niemandswort, 1982); Limbo (Nuova Compagnia Editrice, 1988); Altro che storie! (Campanotto, 1988; Premio S. Vito al Tagliamento); L’erba in tasca (Scheiwiller. 1992; Premio Laura Nobile); Vose de Vose/ Voce di voci (Campanotto, 1995 e 2009; Premio Lanciano); Malcerti animali, in Terzo quaderno italiano, (Guerini e Associati, 1992); Nel buio degli alberi (Circolo culturale di Meduno, 2001); Revoltà (Biblioteca Civica di Pordenone, 2003); Vedere al buio (Sossella, 2007); Vanità della mente (Mondadori, 2011; Premio Viareggio); Telepatia (LietoColle-pordenonelegge, 2016; Premio Carducci); Il scappamorte (Amos A27, 2019; Premio Latisana); Dove sono gli anni (Garzanti, 2022). Per la narrativa, ricordiamo almeno: Un dolore riconoscente (Transeuropa, 2000); Tuo figlio (Mondadori, 2004; Premi Napoli, Vittorini, Fenice Europa, Chambéry); Vita della mia vita (Mondadori, 2006); Alla fine di un’infanzia felice (Mondadori, 2013); Satyricon 2.0 (Mondadori, 2014); Bestia da latte (SEM, 2018); Parlare al buio (SEM, 2022). Per la saggistica: La costanza del vocativo. Lettura della “trilogia” di Andrea Zanzotto (Guerini e Associati, 1992); Il respiro e lo sguardo. Un racconto della poesia italiana contemporanea (Rizzoli, 2005); Padroni a casa nostra (Mondadori, 2009). Ha curato gli Scritti sulla letteratura di A. Zanzotto (Mondadori, 2001) e insieme a S. Dal Bianco, dello stesso autore, Le Poesie e prose scelte (Mondadori, 1999). Le sue opere sono state tradotte in francese, inglese, sloveno, serbo, russo e olandese.

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