Ecco una poesia di Loredana Bogliun, in istroromanzo, tratta da La peicia (Arcipelago Itaca, 2023):
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La poupa
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Oun vistitein de merlo
sti oci selesti, po∫ada cumo pena reivada
la me poupa me guanta
par quil sulo rispeir ch’a cugnussi stagno
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ouna drissa de louganighe cumo ∫ornade
inguantade d’al distein de sti oci boni.
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Ingroumerein ∫alo al furmentòn a grain
par la me peicia brava.
∫ì favela quista ch’a nasso
seita in tala pansa de la maro,
ouna fadeiga ch’a crisso drento in tala louss cha reiva d’al scour
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∫alo al culur de l’oro
∫alo de furmentòn
e de poulenta calda
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i passarè cumo piouma in tai fondai de maraveie
e sta me poupa scumpareida la se farò de∫egno.
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La bambola
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Un vestitino di merletti
questi occhi celesti, appoggiata come appena arrivata
la mia bambola mi prende
per quel solo respiro che riconosco vero
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una treccia di luganighe come giorni
fermati dal destino di questi occhi buoni.
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Raccoglieremo giallo il granoturco a chicchi
per la mia piccola brava.
Parola questa che nasce
zitta nella pancia della madre,
una fatica che cresce dentro nella luce che arriva dal buio
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giallo il colore dell’oro
giallo di granoturco
e di polenta calda
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passerò come piuma nei fondali delle meraviglie
e questa mia bambola scomparsa si farà dipinto.